Dal 23 al 27 novembre all’Auditorium Testori una mostra realizzata dalla Fraternità di Comunione e Liberazione, il 27 un concerto in Conservatorio e il 29 una serata di testimonianze
di Giorgio
Paolucci
Nel centenario della nascita di don Luigi Giussani, numerose sono le iniziative promosse per ricordarne la figura e il ruolo che ha avuto nella Chiesa e nella società, e per valorizzare un’eredità che tiene viva la sua testimonianza e il carisma da cui sono fiorite personalità e opere.
La mostra
Dal 23 al 27 novembre presso il foyer dell’Auditorium Testori in piazza Lombardia si può visitare la mostra “Giussani100” realizzata dalla Fraternità di Comunione e Liberazione (dalle 10 alle 20, ingresso libero): propone contributi audio e video, testimonianze di personalità della cultura e della Chiesa, compagni di strada di Giussani e opinion leader, la riproduzione delle opere d’arte che accompagnavano le sue vibranti riletture del Vangelo, brani di musica classica a lui cari e alcuni contributi realizzati dalle opere sociali, culturali e imprenditoriali sorte nel solco della sua testimonianza. È un’occasione per cogliere la perdurante attualità del suo carisma e la capacità di parlare al cuore delle persone.
Inoltre, per iniziativa di alcuni centri culturali milanesi, vengono proposti domenica 27 novembre alle 18.30 un concerto nella Sala Verdi del Conservatorio, e martedì 29 alle 21 una serata di testimonianze presso l’auditorium della parrocchia Sant’Ignazio di Loyola in piazza Borotti.
Il concerto
Nel primo (ingresso libero) verranno eseguiti brani di De Victoria, Donizetti, Beethoven, Schubert, Brahms introdotti dai commenti di Giussani, che fin da giovane ha coltivato una passione per la musica come via per avvicinarsi al Mistero. Lo aveva ricordato il cardinale Ratzinger nell’omelia al suo funerale nel Duomo di Milano: «Era cresciuto in una casa. (…) povera di pane, ma ricca di musica, e così sin dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza». Pippo Molino – musicista e compositore, dal 1986 direttore del coro di Comunione e Liberazione che al Conservatorio eseguirà tre brani dei Responsori della Settimana Santa di De Victoria – sottolinea «l’importanza che Giussani ha sempre attribuito alla musica come potente fattore educativo. Personalmente sono stato “conquistato” dal modo con cui ci faceva ascoltare Beethoven percependolo come qualcosa di vivo che parla al cuore dell’uomo. Ci teneva molto alla presenza del coro nei nostri raduni. Se c’era una comunità, ci doveva essere anche il coro: non si trattava di istituirlo “per decreto”, era il frutto della vivacità di un’esperienza di fede. Il coro non è mai stato qualcosa di fine a se stesso né qualcosa solo da ascoltare, ma un servizio alla comunità e un aiuto a immedesimarsi nei gesti che si compiono».