Importante anniversario per la Cooperativa che opera con le persone con disabilità per favorirne l’inclusione. Il 17 novembre Messa e convegno con l’Arcivescovo
di Claudio
URBANO
Compie trent’anni, ma ne ha molti di più alle spalle la cooperativa «Il Seme» di Cardano al Campo, nel Gallaratese: dal volontariato in parrocchia con i disabili nel 1976 a una risposta a tutto tondo ai bisogni dei più fragili, dalle forme più lievi a quelle più gravi di disabilità. Sempre spinti dal desiderio di fare le cose insieme: con i disabili, certo, ma anche con la comunità.
E insieme alla comunità «Il Seme» festeggerà questo importante anniversario nel pomeriggio di giovedì 17 novembre. Prima la messa celebrata dall’Arcivescovo, alle 15 nella chiesa parrocchiale di Sant’Anastasio, seguita da un brindisi in piazza. Alle 17.30 il convegno dal titolo «Oltre la disabilità. Liberi di fare, liberi di essere» presso l’auditorium di Cardano (piazza Mazzini 13; è richiesta la prenotazione al n. 0331.733087). Monsignor Delpini e don Mauro Santoro, della Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità, racconteranno esempi virtuosi di inclusione e di rispetto della diversità sostenuti dalla comunità cristiana. È previsto anche l’intervento di Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, e di altri amici della cooperativa, come l’ex calciatore Marco Parolo, originario di Gallarate (vedi qui il volantino).
Un tema non scontato
«Rifletteremo sul tema dell’inclusione perché ancora oggi non è scontato invitare anche l’amico disabile quando si va a bere una birra – mette in luce Enrico Aspesi, presidente della Cooperativa -. Non avviene ancora che chi è “incluso” diventi “l’amico”, un amico». Anche se, riconosce Aspesi, negli anni si sono fatti molti passi avanti e ci sono molti momenti di inclusione. Che però avviene soprattutto all’interno delle mura dell’oratorio, o dei centri specializzati, mentre all’esterno le famiglie di chi ha una disabilità sono ancora troppo sole, soprattutto quando termina l’iter scolastico e i ragazzi disabili e non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro, «pur se in molti casi avrebbero tutte le caratteristiche per farlo», sottolinea Aspesi.
Una richiesta e un dono
«La Cooperativa è nata uscendo dalle mura della parrocchia, proprio per cercare di arrivare a chiunque», racconta il presidente, che spiega la scelta di impegnarsi totalmente in questo ambito, insieme alla moglie Daniela e ad altri amici e professionisti: «Vivere insieme alle persone con disabilità e alle loro famiglie ci stava riempiendo la vita. C’era bisogno, per queste famiglie, di chi si mettesse a disposizione a tempo pieno. È stata dunque la risposta a una richiesta, oltre che a un dono ricevuto».
Ora i servizi vanno dall’asilo nido al centro diurno, dalla comunità-alloggio in semiautonomia alla comunità per i disabili gravi, fino ai centri per la riabilitazione e a un poliambulatorio, aperto recentemente. Tutto scegliendo di stare sul territorio. «La gente ci ha mostrato una vicinanza non solo teorica, sostenendoci in tutte le scelte fatte per migliorare, per dare un servizio in più», ringrazia Aspesi. La comunità è quindi protagonista di un’inclusione realizzata: come nelle vacanze estive coi disabili, a cui partecipano anche le altre famiglie.