L’ospitalità si è articolata sul fronte istituzionale (Prefetture) e informale (parrocchie). Le richieste giunte ai Centri d’ascolto e i servizi attivati

di Mauro COLOMBO

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Foto Caritas Ambrosiana

Una solidarietà oltre le aspettative, quella della comunità ambrosiana per i profughi ucraini. Una mobilitazione che trova pochi termini di paragone in altre situazioni di crisi, anche se – dopo l’emergenza iniziale e la reazione fortemente emotiva – le modalità di intervento hanno subito un naturale adattamento (dall’ospitalità in famiglia, per esempio, si è passati a quella in strutture “protette”).

A 250 giorni dall’invasione russa, l’attività di Caritas Ambrosiana a sostegno della popolazione ucraina è stata parzialmente illustrata durante la presentazione del Rapporto sulla Povertà in Diocesi (riferito ai dati del 2021).

Istituzionale e informale

L’attività è stata da un lato sul versante istituzionale, attraverso le Prefetture della Diocesi, e in particolare: a Milano 190 posti, in cui sono state accolte circa 350 persone (di cui 124 minori); a Monza: 16 posti, in cui sono state accolte circa 25 persone (di cui 11 minori); con la Protezione civile nazionale (nel contesto del progetto nazionale di «accoglienza diffusa», a cui Caritas Italiana ha aderito come capofila e a cui Caritas Ambrosiana partecipa ) 159 posti su tutto il territorio diocesano, di cui attualmente 87 occupati.

C’è poi stata l’accoglienza informale nelle parrocchie supportate economicamente da Caritas Ambrosiana: a giugno 2022 erano 60 le parrocchie che hanno accolto 344 persone (di cui 142 minori) e che hanno seguito sui territori 1.150 persone (di cui 540 minori).

In relazione all’attività di accoglienza, in base alle risposte ricevute entro fine maggio da 57 Decanati su 63, sono stati attivati alcuni servizi innovativi (leggi qui): dalla sensibilizzazione della comunità parrocchiale al supporto burocratico, dall’aiuto ai figli per l’inserimento scolastico alla costruzione di “reti” di soggetti interessati. E sono state create anche forme di collaborazione con soggetti diversi (Comuni, associazioni, scuole, cooperative, Asl…) (leggi qui).

Le richieste ai Centri d’ascolto

Tra l’1 marzo e il 18 luglio gli ucraini che si sono rivolti ai Centri d’ascolto Caritas presi a campione sono 678 (519 specificamente a causa della guerra): nello stesso periodo dell’anno precedente erano 159. Le richieste hanno riguardato alimentari e buoni mensa (585, per un totale di 610 interventi), ascolto (285 a fronte di 266), vestiario e guardaroba (149/150), sussidi per acquisto alimentari (46/48) e informazioni (28/68).

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