A cura di Giuseppe Grampa

Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore
Lc 2,18-21

 

GESU’ EBREO, PRINCIPE DELLA PACE

Tre temi si intrecciano in questa celebrazione, la prima del nuovo anno. Per tutti oggi è Capodanno e francamente mi dispiace che nella celebrazione che siamo vivendo non vi sia alcun cenno esplicito a questa ricorrenza civile che, con sentimenti diversi, è visssuta da tutti. In verità la prima lettura è proprio adatta a questo giorno. E’ una antichissima formula di benedizione (Num 6,22ss). E’ davvero bello che in questo inizio di anno scenda su tutti la parola della benedizione. Non una parola di maledizione, di condanna, di rimprovero, di minaccia, e neppure una parola di ammonimento, di comando, di divieto. Nessuna di queste parole, talvolta necessarie, troviamo nel cuore di Dio sulla soglia del nuovo anno. Dio benedice, alla lettera dice bene dei suoi figli e delle sue figlie. Nei giorni che verranno, come un Padre che corregge i suoi figli perché li ama, potrà rivolgerci qualche parola esigente, al limite dura, ma oggi la sua parola per tutti noi è solo benedizione. Non semplicemete augurio come quelli che oggi scambiamo con tutti. Dio benedice, dice bene perché il suo volto, rivolto verso di noi, “brilla” è splendente. Ci accompagni tutti i giorni di questo nuovo anno la certezza dello sguardo luminoso di Dio rivolto verso di noi.

Sono trascorsi otto giorni dal Natale di Gesù e secondo la Legge di Mosè il figlio maschio doveva esser sottoposto alla circoncisione. Una pratica igienica diffusa anche in altre culture dell’area mediorientale ma che in Israele era diventata segno dell’alleanza tra il popolo, rappresentato dai figli maschi, e Dio: “Quando avrà otto giorni sarà circonciso tra voi ogni maschio…così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne” (Gen 17,9ss.). Dio vuole che il vincolo di alleanza con il suo popolo, vincolo di reciproca appartenenza, sia inscritto, indelebile, nella carne. Un marchio di reciproco amore: “Io sarò il vostro Dio e voi il mio popolo”. Non un marchio a fuoco che dica proprietà, come avviene per il bestiame, e nemmeno un marchio che separi con disprezzo. Non posso dimenticare il mio incontro con Liliana Segre, Senatrice a vita, e l’emozione di scorgere sul suo braccio il numero indelebile, 75190, del campo di sterminio dove, ragazzina, era stata deportata. La circoncisione è marchio di reciproca fedeltà, dice che Gesù appartiene al popolo ebraico, è discendente di Abramo. Non dimentichiamo questo legame, facciamo argine alle derive razziste e antisemite che purtroppo rinascono.

Infine questo giorno è Giornata mondiale per la pace. Papa Francesco ci rivolge un forte messaggio di fraternità con queste parole: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid 19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

Con questa parola di pace possiamo entrare, fiduciosi, nel nuovo anno.

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