Nell’appuntamento di Cernusco sul Naviglio una grande partecipazione di ospiti illustri. Atleti in prima fila. Testimonianze significative dal mondo della disabilità che sa mettersi in gioco

di Alessandra GAETANI

13-08-2014 Avetrana
photo by Daniele La Monaca

La prima “24 ore di idee per lo sport” è iniziata con le parole «dobbiamo giocare in attacco», lanciate da Papa Francesco in piazza San Pietro il 7 giugno 2014 per i 70 anni del Centro sportivo italiano e rimbalzate fino all’oratorio Sacer di Cernusco sul Naviglio. Qui c’è la società sportiva oratoriana più grande d’Italia, con oltre 1.300 iscritti e 112 anni di storia.

Il progetto

Il presidente del Csi Massimo Achini detta le linee guida: «Questo incontro è una sfida, un sogno, una festa, una ricerca di idee per uno sport migliore». Il timer sul palco inizia a scorrere mentre Salvatore Regoli, dell’Associazione Juppiter, si alterna con Achini e intona con i suoi ragazzi la colonna sonora Ho imparato a sognare di Fiorella Mannoia. I saluti del parroco David Maria Riboldi si concludono con una preghiera per chiedere l’intercessione di San Giovanni Bosco, che ha dato vita agli oratori e di cui ricorre la festa, per guardare al futuro con uno sguardo positivo e una benedizione. Il don ha preparato i 180 volontari dell’oratorio.

I numeri e la fiaccola

450 volontari, più di 2.000 persone si alternano a seguire gli appuntamenti, sold out per lo spettacolo notturno di Andrea Zorzi, fenomeno anche sul palco con La leggenda del pallavolista volante: «C’è ancora troppa chiusura tra mondo dello sport e della cultura». Il primo maratoneta sui tapis roulant, per un simbolico giro del mondo, è anche tedoforo: porta la fiaccola per i 100 anni del Coni. 160 idee per lo sport divise in 10 categorie sviluppate dal tavolo dei giovani e quello dei presidenti, la giuria è presieduta dal generale della Finanza Gianni Gola. Le idee si trovano sul sito del Csi e verranno inviate a ogni associazione, amministrazione e gruppo sportivo.

Gli ospiti

Tanti e di ogni tipo, a vario titolo legati allo sport. Un patrimonio di testimonianze ed esperienze che cresce anche grazie a interventi di ospiti a sorpresa, come Bebe Vio: «Anche senza mani e gambe non posso rinunciare a fare scherma, se prima mi allenavo tre volte a settimana». Usiamo il criterio cronologico per illustrare questa esperienza «che vogliamo ripetere ogni anno», parola di Achini. A cui fa eco Giuseppe Valori, presidente del Csi Milano: «Qui si dimostra che le persone sanno realizzare i sogni». Emiliano Mondonico ora allena ex alcolisti: «Le società sportive devono cercare situazioni di disagio e intervenire». La sua squadra ha partecipato alla Homeless Word Cup, esperienza narrata da Matteo, «alcolista cocainomane in astinenza da oltre 1.600 giorni». Risuona Sono un ragazzo fortunato di Jovanotti. Arrivano, accompagnati dai video delle loro imprese, Igor Cassina, Manuela Benelli e Ivan Ramiro Cordoba che afferma: «Per uno sportivo il sacrificio non esiste. Si rinuncia a qualcosa con l’obiettivo di arrivare in alto». Benelli invece sente «la responsabilità di far arrivare i valori dello sport». Cassina: «Qui è nata l’idea che ogni campione deve donare 10 giorni allo sport di base. Possiamo fare di più».

Anche gli amministratori portano un contributo

Il sindaco di Cernusco Eugenio Comincini afferma che «lo sport è un servizio sociale primario». Una manifestazione ricca di contenitori. Il primo con Giusy Versace: «Lo sport non va banalizzato. Per i disabili a volte è un lusso. Invece basta poco, come rendere i bagni accessibili. Io l’ho fatto per curiosità, per ripicca a chi diceva che non avevo il fisico adatto». Alphons, uno Juppiter, la invita a ballare la salsa. Lei avverte «Attenti: può volare una gamba». Le tappe successive si chiamano Antonio Rossi, Luca Pancalli, Andrea Monti, Giovanni Malagò, Michele Uva, le immagini di piazza San Pietro il 7 giugno, Cecilia Camellini, nazionale amputati Csi.

In serata don Alessio Albertini, che «faceva il fratello di Albertini quando il Milan vinceva», afferma don Michele Falabretti, interviene con don Samuele Marelli e don Riccardo Pascolini insieme all’unico laico: il presidente dell’Azione Cattolica Matteo Truffelli. A lui don Albertini chiede: «Cosa fa un prete in un’associazione di laici?». Il presidente risponde: «Si prende cura degli associati. Dobbiamo considerare anche cosa fanno i laici per gli assistenti che gli sono affidati». Per tacer dell’arrivo di don Antonio Mazzi prima degli spettacoli serali, uno su don Bosco perché si va avanti tutta la notte. E ancora: Fabio Merlino, hockey in carrozzina, suo padre cadde a Nassiriya. Con gli amici e la ragazza ha fondato una squadra «per evitare che i ragazzi debbano andare lontano a fare sport».

La domenica inizia con la Messa. Filippo Carossino, biamputato della Briantea84, beve un caffè prima di regalare la sua esperienza che comprende anche la mensa dell’Opera san Francesco di Milano: «Quando ho detto che faccio basket in carrozzina mi hanno chiesto come mai fossi in piedi”. Arrivano Antonio Cabrini e Milly Moratti, poi Sara Simeoni, Anna Maria Marasi e Paola Gianotti, mentre il timer sfora le 24 ore e il contenitore della raccolta differenziata è pieno. Si va avanti. Torna la fiaccola dei 100 anni mentre tutti cantano e la maratona finisce ai tempi supplementari: 26:24,00 secondi netti!

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