Non spunta ancora un Thoeni, un Tomba o una Compagnoni, ma i nostri atleti già raccolgono delle soddisfazioni in una stagione iniziata in sordina

di Leo GABBI

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Sembrava essere una stagione interlocutoria, invece, grazie alle ultime performance degli azzurri la stagione di sci alpino sulle piste comincia a farsi interessante. Partiti in sordina, i nipotini di quelle che un tempo venivano chiamate la Valanga azzurra e la Valanga rosa, ora stanno uscendo prepotentemente, come testimoniano i risultati della trasferta americana. Solo nel penultimo weekend ad esempio, tra uomini e donne, in Coppa del Mondo, ci sono stati tre podi in tre giorni sulle nevi del Colorado. La sensazione è soprattutto che si siano fatti molti progressi in poco tempo, grazie a una preparazione graduale, studiata per portare in forma gli atleti nel medio periodo.

A livello femminile la punta di diamante e più attesa del gruppo era naturalmente Federica Brignone, capace di partire col turbo ed affermarsi già a Solden con una gara magistrale, bissando poi il podio nel Gigante di Aspen. Ecco perché le nevi americane rappresentavano un po’ la prova del nove per lei, che ne è uscita al meglio con un terzo posto e la leadership nella coppa di specialità conservata per la tosta valdostana. Anche Manuela Moelgg sta tornando a sciare come l’avevamo ammirata 3-4 stagioni fa, unico punto debole resta per le nostre azzurre quello Speciale in cui erano protagoniste fino a qualche tempo fa e che ora sembra diventato stregato per loro.

Per venire ai maschi, è spuntato un gigantesco Peter Fill che ha centrato addirittura una doppietta storica, che non metteva a segno dal 2013. Una sciata sicura, scorrevole, con un solo centesimo per arrivare al primo posto assoluto in discesa, bissando poi l’impresa con la terza piazza del SuperG a Lake Louise. Per l’altoatesino di Castelrotto, le 33 primavere non pesano: podio numero 12 e 13 in una carriera esaltata da un argento e un bronzo ai Mondiali.

Invece Dominik Paris di Merano ha ottenuto il sesto posto in SuperG che per tutti sarebbe un ottimo piazzamento, ma non per lui, sempre a caccia almeno di un podio, così come per Christof Innerhofer di Brunico in Discesa, che si è un po’ perso dopo un incoraggiante avvio in Val Gardena.

Soddisfatto fino a questo punto l’allenatore della squadra azzurra di velocità che ha sottolineato come abbia pagato l’intenso lavoro di preparazione svolto quest’estate sulle nevi sudamericane.

Ora ci aspettano ancora gare impegnative per completare una crescita che dovrà essere scandita senza fretta: c’è tempo per arrivare al traguardo più ambito, le prossime Olimpiadi invernali del 2018 in Corea del Sud.

Finora all’orizzonte non spunta ancora un Thoeni, un Tomba o una Compagnoni, ma il gruppo si sta compattando e la media degli atleti ha una cifra tecnica interessante: bisogna crederci.

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