Prima era un sito, ora un "magazine" vero e proprio, distribuito in 30 mila copie, che parla a italiani e stranieri

di Filippo MAGNI
Redazione

L’idea era creare un giornale che parlasse a italiani e stranieri. Da questa intuizione è nato Mixa, il magazine dell’Italia multietnica, rivista pubblicata prima on line e, da maggio, anche come mensile a distribuzione gratuita. «Il progetto è in continua evoluzione – spiega la direttrice Ginevra Battistini – perché si plasma sulle molte sollecitazioni che riceviamo. Prima era un sito, ora un giornale vero e proprio con una newsletter settimanale: esploriamo diverse forme di comunicazione che creino punti d’incontro tra le culture».
Mixa, distribuito in 30 mila copie, è scritto in italiano e pubblicato dalla cooperativa Cartacanta. La sua redazione, composta da giornalisti professionisti, ha sede a Milano. Scorrendo i titoli di alcune sue rubriche si comprende a chi si rivolge. Agli stranieri: è il caso delle sezioni «Conosci l’Italia», che presenta in modo semplice gli articoli della Costituzione, oppure «Mixa per voi», un servizio di risposta a domande legali legate ai temi dell’integrazione. Parla anche agli italiani: «Italiani, strana gente» chiede agli immigrati un’opinione sugli abitanti del Belpaese, interessante finestra per comprendere come ci vede chi proviene da un’altra nazione.
Soprattutto, Mixa racconta storie di gente comune, che interessano senza distinzione di nazionalità: negli ultimi numeri ha trattato i lavoratori pachistani e indiani impiegati negli allevamenti della pianura padana, i pizzaioli egiziani, i promoter finanziari senegalesi, i figli degli immigrati di vecchia data. Senza tralasciare la cronaca dei fatti più rilevanti dai Paesi dell’emigrazione: El Salvador, India, Cina, Costa d’Avorio solo per citarne alcuni. Nell’edizione di luglio le vacanze la fanno da padrona: leggendola scopriamo dove passeranno l’estate gli italiani e i migranti (tra voglia di tornare al Paese e figli che preferiscono la Sardegna con gli amici), ma anche quali opportunità sono a disposizione di chi è costretto a rimanere a Milano.
«Viviamo in una città – prosegue Battistini – piena di stranieri. Ne siamo così abituati che ci siamo scordati di guardarli in faccia e di chiederci chi sono, da dove arrivano, cosa vogliono». Mixa racconta le loro storie senza paura del futuro, aggiunge la direttrice, «perché il futuro è già qui. L’Italia, e soprattutto Milano, è multietnica da alcuni decenni. È bene farsene una ragione e uscire dal guscio».
Il giornale si rivolge dunque ai nuovi italiani, precisa la giornalista: «Cioè gli immigrati, ma anche noi, che ci troviamo a vivere in un’Italia nuova». Forse allora la distinzione di nazionalità non è fondamentale: Mixa, si legge nell’editoriale del secondo numero, vuole essere punto di ritrovo per «meneghinpugliesi, afromilanesi, latinos lombardi e asiatici nostrani». Tutti impegnati «a fare più o meno le stesse cose, ma con modi e stili diversi».
«Abbiamo avuto riscontri positivi sui primi due numeri del giornale – prosegue Battistini -. Le mail ricevute sono incoraggianti». I messaggi sono giunti in redazione sia da milanesi di vecchia data sia da freschi immigrati. «Una delle cose che ci ha colpito è l’alto accesso degli stranieri al web. Temevamo che rimanesse elitario e non accessibile a tutti. Invece non è così, anzi ci siamo sorpresi a ricevere visite anche dalla Tunisia…».
Il sogno nel cassetto è uscire da Milano e allargarsi ad altre città: «Forse, se tutto va bene, nel 2011», confida la direttrice. Il presente è un sito con migliaia di contatti (www.mixamag.it) e un giornale di qualità (disponibile anche in pdf) distribuito in metropolitana e nelle sedi di associazioni, biblioteche di quartiere, negozi (elenco su www.mixamag.it/freepress). L’idea era creare un giornale che parlasse a italiani e stranieri. Da questa intuizione è nato Mixa, il magazine dell’Italia multietnica, rivista pubblicata prima on line e, da maggio, anche come mensile a distribuzione gratuita. «Il progetto è in continua evoluzione – spiega la direttrice Ginevra Battistini – perché si plasma sulle molte sollecitazioni che riceviamo. Prima era un sito, ora un giornale vero e proprio con una newsletter settimanale: esploriamo diverse forme di comunicazione che creino punti d’incontro tra le culture».Mixa, distribuito in 30 mila copie, è scritto in italiano e pubblicato dalla cooperativa Cartacanta. La sua redazione, composta da giornalisti professionisti, ha sede a Milano. Scorrendo i titoli di alcune sue rubriche si comprende a chi si rivolge. Agli stranieri: è il caso delle sezioni «Conosci l’Italia», che presenta in modo semplice gli articoli della Costituzione, oppure «Mixa per voi», un servizio di risposta a domande legali legate ai temi dell’integrazione. Parla anche agli italiani: «Italiani, strana gente» chiede agli immigrati un’opinione sugli abitanti del Belpaese, interessante finestra per comprendere come ci vede chi proviene da un’altra nazione.Soprattutto, Mixa racconta storie di gente comune, che interessano senza distinzione di nazionalità: negli ultimi numeri ha trattato i lavoratori pachistani e indiani impiegati negli allevamenti della pianura padana, i pizzaioli egiziani, i promoter finanziari senegalesi, i figli degli immigrati di vecchia data. Senza tralasciare la cronaca dei fatti più rilevanti dai Paesi dell’emigrazione: El Salvador, India, Cina, Costa d’Avorio solo per citarne alcuni. Nell’edizione di luglio le vacanze la fanno da padrona: leggendola scopriamo dove passeranno l’estate gli italiani e i migranti (tra voglia di tornare al Paese e figli che preferiscono la Sardegna con gli amici), ma anche quali opportunità sono a disposizione di chi è costretto a rimanere a Milano.«Viviamo in una città – prosegue Battistini – piena di stranieri. Ne siamo così abituati che ci siamo scordati di guardarli in faccia e di chiederci chi sono, da dove arrivano, cosa vogliono». Mixa racconta le loro storie senza paura del futuro, aggiunge la direttrice, «perché il futuro è già qui. L’Italia, e soprattutto Milano, è multietnica da alcuni decenni. È bene farsene una ragione e uscire dal guscio».Il giornale si rivolge dunque ai nuovi italiani, precisa la giornalista: «Cioè gli immigrati, ma anche noi, che ci troviamo a vivere in un’Italia nuova». Forse allora la distinzione di nazionalità non è fondamentale: Mixa, si legge nell’editoriale del secondo numero, vuole essere punto di ritrovo per «meneghinpugliesi, afromilanesi, latinos lombardi e asiatici nostrani». Tutti impegnati «a fare più o meno le stesse cose, ma con modi e stili diversi».«Abbiamo avuto riscontri positivi sui primi due numeri del giornale – prosegue Battistini -. Le mail ricevute sono incoraggianti». I messaggi sono giunti in redazione sia da milanesi di vecchia data sia da freschi immigrati. «Una delle cose che ci ha colpito è l’alto accesso degli stranieri al web. Temevamo che rimanesse elitario e non accessibile a tutti. Invece non è così, anzi ci siamo sorpresi a ricevere visite anche dalla Tunisia…».Il sogno nel cassetto è uscire da Milano e allargarsi ad altre città: «Forse, se tutto va bene, nel 2011», confida la direttrice. Il presente è un sito con migliaia di contatti (www.mixamag.it) e un giornale di qualità (disponibile anche in pdf) distribuito in metropolitana e nelle sedi di associazioni, biblioteche di quartiere, negozi (elenco su www.mixamag.it/freepress).

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