È un corso intensivo di giornalismo e reportage condotto dall'Università Cattolica e dalla Fondazione Fondiaria Sai presso l'Università di Herat in Afghanistan -
Redazione
L’Università Cattolica ha avviato un percorso di collaborazione con la Herat University per migliorare la condizione della donna in Afghanistan, con particolare attenzione alle attività nell’ambito della comunicazione e dei media. Il progetto si inserisce nelle attività del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi) insieme ad altre iniziative di cooperazione in Afghanistan coordinate dal professor Marco Lombardi, che da luglio 2009 sono volte a sostenere la figura della donna attraverso corsi di formazione in università e borse di studio per studentesse.
L’ultima missione, terminata a giugno 2010, ha realizzato un corso intensivo di reportage giornalistico per gli studenti dell’Università avendo come partner la Fondazione Fondiaria Sai, oltre la Provincial Reconstruction Team (Prt) dell’Esercito Italiano a Herat e l’Ambasciata italiana a Kabul: 25 studenti, di cui 15 donne, del dipartimento di giornalismo hanno ricevuto una macchina digitale e due computer con software per l’elaborazione di immagini e video.
Le lezioni hanno fornito strumenti concettuali e teorici alle giovani giornaliste insieme a strumenti necessari a operare sul campo. Tutti gli studenti hanno realizzato reportage che hanno evidenziato aspetti originali della vita afghana a Herat entrando nelle case della città. In questo senso l’investimento nell’educazione di giovani leve del giornalismo, soprattutto donne, si inquadra in un progetto di pacificazione e di sviluppo centrato sulla popolazione afghana che l’Italia contribuisce a sostenere con forme di cooperazione tra istituzioni. I reportage hanno stimolato in particolare le giornaliste a investigare la realtà sociale di Herat, che, a partire dalla loro esperienza quotidiana, hanno raccontato la condizione della donna nella società afghana, confermando che oggi sempre di più le donne fotoreporter o filmaker sono in grado di narrare storie per immagini, con uno stile del racconto squisitamente femminile.
Questi primi contenuti hanno dato presto vita a un web magazine intitolato “Women to be”, da oggi on line, in cui le donne afghane raccontano le donne afghane, affacciandosi sul mondo globale per affermare la dignità e la speranza di un paese insieme alla volontà determinata delle sue cittadine di essere protagoniste riconosciute di un importante processo di rinascita. Il web magazine www.womentobe.com, ideato e fortemente voluto dal presidente della Fondazione Fondiaria Sai, Giulia Ligresti, ospiterà i reportage realizzati a Herat.
Il progetto prevede un anno di pubblicazioni assistite per poi affidare il magazine alle giornaliste afghane. Inoltre è allo studio la realizzazione di un corso di formazione dell’Università Cattolica, per alcune giornaliste selezionate, con stage presso alcuni media italiani per fine 2010. L’impegno dell’Università Cattolica andrà avanti nei prossimi mesi, sempre in collaborazione con il Ministero della Difesa, per promuovere attività di concerto con il Prt a sostegno dei giovani e delle donne afghane in cerca di un loro futuro pacifico nella comunità internazionale. L’Università Cattolica ha avviato un percorso di collaborazione con la Herat University per migliorare la condizione della donna in Afghanistan, con particolare attenzione alle attività nell’ambito della comunicazione e dei media. Il progetto si inserisce nelle attività del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi) insieme ad altre iniziative di cooperazione in Afghanistan coordinate dal professor Marco Lombardi, che da luglio 2009 sono volte a sostenere la figura della donna attraverso corsi di formazione in università e borse di studio per studentesse.L’ultima missione, terminata a giugno 2010, ha realizzato un corso intensivo di reportage giornalistico per gli studenti dell’Università avendo come partner la Fondazione Fondiaria Sai, oltre la Provincial Reconstruction Team (Prt) dell’Esercito Italiano a Herat e l’Ambasciata italiana a Kabul: 25 studenti, di cui 15 donne, del dipartimento di giornalismo hanno ricevuto una macchina digitale e due computer con software per l’elaborazione di immagini e video.Le lezioni hanno fornito strumenti concettuali e teorici alle giovani giornaliste insieme a strumenti necessari a operare sul campo. Tutti gli studenti hanno realizzato reportage che hanno evidenziato aspetti originali della vita afghana a Herat entrando nelle case della città. In questo senso l’investimento nell’educazione di giovani leve del giornalismo, soprattutto donne, si inquadra in un progetto di pacificazione e di sviluppo centrato sulla popolazione afghana che l’Italia contribuisce a sostenere con forme di cooperazione tra istituzioni. I reportage hanno stimolato in particolare le giornaliste a investigare la realtà sociale di Herat, che, a partire dalla loro esperienza quotidiana, hanno raccontato la condizione della donna nella società afghana, confermando che oggi sempre di più le donne fotoreporter o filmaker sono in grado di narrare storie per immagini, con uno stile del racconto squisitamente femminile.Questi primi contenuti hanno dato presto vita a un web magazine intitolato “Women to be”, da oggi on line, in cui le donne afghane raccontano le donne afghane, affacciandosi sul mondo globale per affermare la dignità e la speranza di un paese insieme alla volontà determinata delle sue cittadine di essere protagoniste riconosciute di un importante processo di rinascita. Il web magazine www.womentobe.com, ideato e fortemente voluto dal presidente della Fondazione Fondiaria Sai, Giulia Ligresti, ospiterà i reportage realizzati a Herat.Il progetto prevede un anno di pubblicazioni assistite per poi affidare il magazine alle giornaliste afghane. Inoltre è allo studio la realizzazione di un corso di formazione dell’Università Cattolica, per alcune giornaliste selezionate, con stage presso alcuni media italiani per fine 2010. L’impegno dell’Università Cattolica andrà avanti nei prossimi mesi, sempre in collaborazione con il Ministero della Difesa, per promuovere attività di concerto con il Prt a sostegno dei giovani e delle donne afghane in cerca di un loro futuro pacifico nella comunità internazionale. – – La Cattolica in Afghanistan (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Cattolica_Afghanistan.pdf)