Un eccezionale monumento librario del V secolo dopo Cristo per la prima volta esposto al pubblico nella magnifica, e ritrovata, Sala Federiciana. Nel segno dei giochi olimpici, dall'antichità a Pechino.
Redazione
23/06/2008
di Luca FRIGERIO
«Cantami o diva, del Pelide Achille l’ira funesta…». Pochi ricordi scolastici sono forse così persistenti ed evocativi come quelli legati all’Iliade. Che lo si abbia amato o “subito”, infatti, l’omerico poema s’addensa nell’immaginario collettivo di molteplici generazioni di studenti con i suoi eroi immensi e sventurati, le sue vicende tragiche e grandiose, il senso del sacro e dell’umana pietà. A chi allora vorrebbe veder tratteggiati i volti di Achille e Briseide, a chi è curioso di cogliere il segno della proverbiale furbizia di Ulisse, a chi ancora ha lavorato di immaginazione per rappresentarsi lo straziante dialogo fra Ettore ed Andromaca, a loro, come a tutti gli altri, consigliamo di recarsi presso la Biblioteca Ambrosiana per un evento unico e straordinario: l’esposizione completa, ed è la prima volta, dell’antico codice noto come Ilias Picta.
Di tutti i tesori che l’Ambrosiana conserva, questo è senza dubbio uno dei più importanti e mirabili. Nonostante sia giunto fino a noi solo in… “frammenti”! Già, perché questi cinquantadue ritagli di pergamena sono quanto rimane di un sontuoso codice miniato che conteneva l’intera Iliade, realizzato molto probabilmente a cavallo fra il V e il VI secolo dopo Cristo in un ambito ancora fortemente impregnato dalla cultura ellenistica, ma inevitabilmente aperto agli influssi bizantini: caratteristiche che ben si adattano, più di ogni altra, alla città di Alessandria d’Egitto.
Approdato quindi in Sicilia, il manoscritto venne “annotato” e studiato prima del Mille da raffinati esegeti, per poi essere drasticamente “sezionato” in epoca normanna , quando i disegni furono sforbiciati e riutilizzati per illustrare una sorta di “bigino” su temi e personaggi omerici. La destinazione scolastica di questa medievale “compilazione” sarebbe attestata anche dalla particolare disposizione delle scene stesse, “incollate” cioè non nel senso del testo, ma verso l’esterno, come a permettere agli allievi di poter seguire più agevolmente quel che il maestro andava leggendo e spiegando dall’altra parte della cattedra.
All’Ambrosiana, appena fondata dal cardinale Federico Borromeo, le miniature arrivarono quattro secoli fa con l’acquisizione della ricchissima raccolta dell’umanista padovano Gian Vincenzo Pinelli. Ma cominciarono ad essere analizzate e riconosciute in tutta la loro eccezionalità solo nel 1811 con Angelo Mai, proprio mentre Vincenzo Monti dava alle stampe la sua traduzione dell’Iliade , destinata a diventare anch’essa “epica”. Un preziosissimo monumento librario, dunque, che oggi viene presentato al pubblico proprio in quella Sala Federiciana che è il cuore stesso della prestigiosa biblioteca, Sancta Sanctorum così duramente colpito dagli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale che ora rinasce.
E non è un caso, naturalmente, che una simile mostra sia stata promossa proprio in queste settimane che precedono le Olimpiadi che si terranno a Pechino. Alcune delle scene più belle dell’Ilias Picta, infatti, illustrano momenti di gare e di giochi, come, ad esempio, quelli organizzati in onore di Patroclo.
«Con questa iniziativa, infatti, abbiamo voluto sottolineare, sotto vari aspetti, q uella sorta di “ponte” culturale che da sempre esiste fra Oriente e Occidente», spiega monsignor Pier Francesco Brambilla, curatore della rassegna e viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana. «Perché queste miniature sono “reliquie” di altissimo valore artistico e culturale che permettono di ammirare e comprendere il sentimento agonistico della classicità greca e romana, al quale le Olimpiadi antiche e quelle moderne, nel segno della “sportività”, si ispirano ».
Realizzata con il patrocinio dell’Istituto Italo-cinese «Vittorino Colombo» e grazie al contributo dell’International Partners Charity Fund, la mostra sull’Ilias Picta resterà aperta fino al 20 luglio 2008, da giovedì a domenica, a Milano presso la Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana (biglietteria in piazza Pio XI, ingresso da piazza San Sepolcro). Info, tel. 02.806921