Dopo la facciata, tocca ora alla Guglia Maggiore. Sul Duomo di Milano si eleveranno dunque nuovi ponteggi: l'imponente "piedistallo" della Madonnina, una gigantesca massa di oltre trecento metri cubi di marmo di Candoglia, alta più di trenta metri, necessita infatti di un urgente intervento di restauro.
Redazione
10/08/2008
di Luca FRIGERIO
Un “cantiere” che sembra non avere mai fine, e che può forse lasciare perplesso qualche milanese o qualche turista, ma che in realtà trova giustificazione proprio nell’eccezionalità della cattedrale ambrosiana. Come ci spiega il direttore della Veneranda Fabbrica, l’ingegnere Benigno Mörlin Visconti Castiglione.
Ingegnere, ma la “grande guglia” rischia di crollare?
Assolutamente no. Da un punto di vista statico la Guglia Maggiore non presenta alcun problema, anche perchè, in tal senso, è già stata oggetto in passato di due importanti interventi: a metà dell’Ottocento, quando addirittura si era pensato di demolirla, in seguito ad alcuni cedimenti; e nel 1962, quando l’intera struttura è stata messa in sicurezza con fasciature e tiranti in acciaio inox.
E allora perchè questi nuovi restauri?
Il degrado della Guglia Maggiore riguarda soprattutto le superfici marmoree dell’apparato decorativo. C’è dunque il rischio di cadute e distacchi, come abbiamo verificato nel corso dei periodici controlli da noi effettuati. Per questo non è più possibile rimandare tale intervento.
Un degrado causato dallo smog e dagli agenti atmosferici?
L’inquinamento urbano ha senza dubbio le sue colpe, ma in questo caso bisogna tener conto soprattutto della particolare “esposizione” atmosferica a cui è soggetta la guglia più alta de Duomo, con un fenomeno di erosione eolica davvero notevole, tanto che il marmo sembra subire una sorta di “scartavetratura”. Lassù, a oltre cento metri di altezza, gli sbalzi termici sono poi molto più accentuati, con conseguenze che alla lunga possono causare danneggiamenti di vario tipo.
Quando avranno inizio i lavori?
Il cosiddetto “campo base” è già stato allestito nelle scorse settimane. Ai primi di settembre verrà quindi installato un apposito ascensore che dovrà portare persone e materiali da terra fino alle terrazze, sopra il transetto, a circa sessanta metri di altezza. Da lì si innalzerà poi il ponteggio vero e proprio attorno alla guglia, che dovrà tener conto delle particolari condizioni di vento e di peso dei carichi gravanti. Si tratterà insomma di un “cantiere in quota” che presenterà diversi aspetti logistici da affrontare, ma che dovrebbe essere completato per il prossimo Natale.
In che cosa consisterà l’intervento?
Già durante l’elevazione del ponteggio verrà effetuata una rilevazione integrale della struttura della Guglia, cosa che non è mai stata fatta: ci si servirà di strumenti al laser, in collaborazione con il Politecnico di Milano. Dopo la mappatura del degrado delle parti marmoree, si provvederà quindi alla pulitura delle superfici con il consolidamento, il fissaggio e la stuccatura delle parti sane, e la rimozione e l’eventuale sostituzione delle parti irrecuperabili, che saranno rifatte presso i cantieri specializzati della Fabbrica del Duomo.
Anche la statua della Madonnina sarà restaurata?
Non credo ce ne sarà bisogno. La Madonnina è costituita da una struttura interna in acciaio che è stata sostituita alla fine degli anni Settanta del secolo scorso e che dovrebbe essere in ottimo stato. Faremo tutte le verifiche neccessarie, ovviamente, ma penso che per la Madonnina sarà sufficiente un piccolo maquillage esterno.
Èpossibile fare una previsione sul termine dei lavori?
Rispetto al precedente intervento di quarant’anni fa, che è durato solo cinque mesi, questo restauro della Guglia Maggiore sarà necessariamente molto più lungo, interessando anche la parte marmorea. Inoltre, per l’impossibilità di lavoro in alcuni mesi dell’anno, per le difficoltà logistiche e la relativa modesta estensione del cantiere nella parte terminale (che non permette la coesistenza di più squadre di lavoro), si deve ipotizzare un impegno di tre anni di lavoro.
Insomma, sembra proprio impossibile vedere il Duomo senza ponteggi…
Guardi, noi dovremmo iniziarne una decina di cantieri in cattedrale! Bisogna capire che il Duomo di Milano non è il Colosseo, ma è un monumento “vivo”, che ancor oggi, a distanza di oltre sei secoli dalla sua nascita, è utilizzato per lo scopo per cui è nato, con celebrazioni tutti i giorni e un flusso ininterrotto di fedeli e di visitatori. Qui, distinzioni fra manutenzione “ordinaria” e “straordinaria” hanno un senso relativo: lo scopo della Fabbrica, infatti, è quello di conservare il Duomo con un’attività continua e costante, avvalendosi di personale “interno” appositamente preparato. Senza contare che la cattedrale stessa non è ancora “finita”, ma continua a “vivere” insieme alla “sua” comunità, come hanno dimostrato, recentemente, le nuove statue innalzate sulle guglie in occasione delle recenti beatificazioni ambrosiane. E questo mi sembra un bel segno di speranza.