Con l'ordinanza n. 14201/2008 la Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità delle cause promosse da gruppi di ex deportati italiani nella Germania nazista nei confronti della Repubblica Federale tedesca e delle sue aziende per ottenere il risarcimento delle sofferenze patite durante i lavori forzati cui furono costretti. Si tratta di un risultato importante, in quanto mette al centro dell'attenzione il furto di vita e di lavoro perpetrato a danno dei popoli d'Europa, che la Germania non ha sin qui riconosciuto.
Redazione
13/06/2008
Il Centro di ricerca “Schiavi di Hitler” di Cernobbio esprime apprezzamento per «la decisione della Corte, che muove nel senso di un diritto sin qui negato, contro la dignità degli individui ed a spese di un grave stravolgimento della storia. La sentenza comunque non chiude definitivamente il contenzioso. Ci attendiamo una reazione della Repubblica Federale, che si trova in difficoltà. Ci preoccupano le iniziative dilatorie, consapevoli che il tempo gioca in questa partita un ruolo decisivo».
«Stiamo considerando la possibilità di sollecitare nuove cause legali, ma stimiamo prudente attendere la posizione tedesca prima di intraprendere una strada costosa e dall’esito non scontato», afferma ancora il direttore del Centro comasco, Valter Merazzi. «Nel contempo sollecitiamo la vigilanza nei confronti delle cause giudiziarie tuttora aperte contro la Germania per le stragi perpetrate dall’esercito tedesco contro i civili e i militari in Italia e in Grecia , cause che la decisione di smantellamento dei tribunali militari italiani pregiudicano gravemente».
«Ci auguriamo che la sentenza della Cassazione conduca la Repubblica Federale a presentare proposte risolutive sulla questione dei riconoscimenti, dei risarcimenti e della memoria. Crediamo che sia il caso di continuare a premere in questa direzione e che oggi sia indispensabile e possibile chiudere positivamente questa vicenda».
L’ordinanza della Cassazione è il risultato di una campagna di sensibilizzazione avviatasi nel 2000 , condotta da ex deportati, associazioni dei reduci, famigliari e settori della società civile, che ha visto il Centro di ricerca “Schiavi di Hitler” fra i protagonisti. «L’esperienza di questi anni», affermano infatti, «ci ha insegnato che questa mobilitazione ha potuto contare solo sulle sue forze».
Il Centro di ricerca “Schiavi di Hitler” di Cernobbio invita dunque gli interessati e i parenti a presentare la richiesta di medaglia concessa dal governo italiano (la documentazione è scaricabile dal sito: www.schiavidihitler.it).
Oggi più che mai è indispensabile che chiunque abbia cuore la giustizia e la storia si faccia protagonista di una nuova campagna di opinione in grado di sostenere la causa degli schiavi di Hitler.
Per informazioni:
CENTRO DI RICERCA “SCHIAVI DI HITLER”
FONDO I.M.I. CLAUDIO SOMMARUGA
22012 Cernobbio (CO) – via Regina, 5 –
Sezione dell’Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta"
e.mail: info@schiavidihitler.it
www.schiavidihitler.it