Primo centro cluniacense nella diocesi di Milano, la chiesa è tornata all'antico splendore, riferimento religioso e culturale della comunità di Vizzolo Predabissi.
Redazione
31/03/2008
di Luca FRIGERIO
Costruire una nuova chiesa o recuperare l’antica basilica abbandonata? Oggi, di fronte al ritrovato splendore delle forme romaniche di Santa Maria in Calvenzano, la questione non sembra neppure avere senso. Ma quarant’anni fa, quando apparve ormai necessario aggregare attorno a un centro parrocchiale la crescente comunità di Vizzolo Predabissi, nel territorio di Melegnano, quella scelta fu tutt’altro che scontata, ma coraggiosa e lungimirante.
Così, dopo lunghi lavori di restauro e grazie all’impegno di molti, l’insigne tempio rinasce, valorizzato nelle sue pregevoli testimonianze artistiche, indagato nel suo significativo passato, reinserito, virtualmente e fattivamente, in quella medievale “rete” monastica che è alla base dell’idea stessa di Europa . Il priorato di Calvenzano, infatti, è uno dei quasi millecinquecento siti, il primo in terra ambrosiana, che il potente ordine di Cluny fondò e gestì in tutta la cristianità d’Occidente prima e dopo il Mille, evangelizzando, bonificando, creando cultura. Siti che oggi rivivono in un grandioso progetto mediatico dal respiro europeo.
Tre sono le navate, tre le absidi, ma, secondo un’impostazione tipicamente cluniacense, la chiesa di Santa Maria, eretta probabilmente agli inizi del XII secolo, non presenta né transetto né cappelle. Coerentemente con la più diffusa tipologia del romanico padano, domina anche qui il laterizio, punteggiato tuttavia da inserti lapidei, elementi architettonici e frammenti di sarcofagi tardoantichi, reimpiegati con gusto decorativo. Risale invece alla metà del Trecento il grande affresco absidale raffigurante l’Incoronazione della Vergine con, nella fascia inferiore, figure di santi e profeti: un’opera di cui i recenti interventi hanno evidenziato la notevole qualità.
Ma è nel portale che è racchiuso il tesoro più prezioso della basilica di Vizzolo. Nel semicerchio della ghiera, infatti, si sviluppa un mirabile racconto per immagini dell’Infanzia di Cristo, con episodi ispirati ai Vangeli, ma anche agli Apocrifi e ad altri testi antichi: una delle creazioni più alte, a nostro avviso, della scultura romanica milanese. Liberamente distribuito entro formelle di diverse dimensioni, il ciclo ha inizio con l’Annunciazione, prosegue con l’incontro tra Maria ed Elisabetta, si sofferma sull’apparizione dell’angelo a Giuseppe. Una semplice arcata, sormontata dalla stella, ricorda la grotta di Betlemme (con gli immancabili bue e asinello); e se l’Annuncio ai pastori appare il momento di maggiore libertà compositiva, la scena dell’Adorazione dei Magi non rinuncia a uno scorcio di autentico virtuosismo.
Ecco poi la Fuga in Egitto, di grande realismo, e quindi la Strage degli innocenti, con un Erode impassibile che, nell’ultimo riquadro, ritroviamo immerso in una tinozza piena di olio caldo, nel tentativo di lenire i lancinanti dolori che l’hanno assalito dopo l’orrendo crimine . Un’informazione non riportata dagli evangelisti, ma da uno storico del I secolo, Flavio Giuseppe, che nella sua Guerra giudaica descrive minuziosamente la fine tormentata del disgraziato sovrano.
Un episodio raramente citato dai Padri della Chiesa, e ancor meno frequente nell’iconografia romanica, che tuttavia in questo fregio è stato preferito a episodi più noti come la Circoncisione o la Presentazione al Tempio. Perché? Qual era l’intenzione dei colti committenti cluniacensi? Forse, si potrebbe azzardare, un monito ai potenti, a ben gestire l’autorità di cui sono stati investiti. Oppure un richiamo esplicito al filosofo Boezio che proprio qui, nell’ager Calventianus come dicono le fonti, potrebbe essere stato ucciso nel 525 dagli sgherri di Teodorico: anche lui innocente, anche lui assassinato per le paure di un re.
Diverse sono le iniziative organizzate e proposte attorno alla basilica di Santa Maria in Calvenzano, dalla parrocchia, dal Comune di Vizzolo e dall’Associazione In Agro Calventiano: fra le prossime, un viaggio di studio alle sorgenti Cluny, dal 1° al 4 maggio (per informazioni, tel. 340.2830376). Il priorato milanese è inoltre inserito nella rete dei siti cluniacensi: www.sitesclunisiens.org