Mi sono fermato a guardare, con calma nel cuore, uno dei tanti cipressi che sono nel parco.
Nel giardino che in autunno dignitosamente si spoglia, il cipresso è un “sempre verde”: per me diventa subito immagine di una vita che continua “sempre viva”.
Forse è per questo che i cipressi sono sempre presenti nei cimiteri: con la loro corporatura verticale e affusolata, sono come dita puntate verso il cielo, che è il giardino eternamente verde e fiorito dove c’è solo e sempre vita.
In villa ci sono tantissimi cipressi: ricordo particolarmente i dodici che, nel mezzo della “via del silenzio”, fanno corona attorno a un bel marmo bianco di Carrara che rappresenta il Sacro Cuore di Gesu’, patrono incontrastato della casa diocesana di spiritualità a Lui dedicata.
Vedere i cipressi dritti e sempre verdi è sentirsi stimolati a vivere una vita positiva e tesa verso l’alto: la vita va oltre la morte dell’autunno e i cipressi ci invitano a continuare a sperare.
Il cipresso vive a lungo, ogni giorno conquista un po’ di cielo azzurro e per crescere ha bisogno del caldo del sole e della umidità regalata dalla terra.
Fossi io un cipresso con poche pretese e proteso verso l’Infinito: voglio anch’io essere un verde indicatore del Cielo!
Il cipresso produce anche le pigne e il suo legno è compatto, omogeneo e aromatico, resistente anche ai tarli, quindi è adatto per mobili, serramenti e sculture.
Ancora di più: dalle foglie e dai semi si possono ottenere prodotti terapeutici:
il cipresso, mentre indica il Cielo aiuta gli abitanti della terra.