Dell’azione dei due primi cittadini a favore della distensione internazionale negli anni Sessanta si parla in un saggio dello storico Massimo De Giuseppe, al centro di una serata promossa dall’associazione Polis giovedì 5 maggio
La pace e le città: un binomio che in queste settimane in cui la televisione ci porta in casa le drammatiche immagini dei centri abitati dell’Ucraina distrutti dalle bombe può sembrare anacronistico. Eppure c’è stata un’epoca in cui alcuni “profeti” hanno lavorato per costruire la pace nel mondo creando “gemellaggi” tra le città. Tra questi l’allora sindaco di Legnano Luigi Accorsi e Giorgio La Pira, lo storico sindaco di Firenze.
Il libro
A fare memoria di un’epoca in cui Legnano fu una delle principali fautrici in Italia di più stretti legami tra le città del mondo, quale base e strumento di una pace costruita dal basso, è un saggio dello storico Massimo De Giuseppe, contenuto nel volume Questioni sociali, vissuto religioso, proiezioni politiche, pubblicato dalla editrice Ave di Roma per l’Istituto per la Storia dell’Azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia Paolo VI. L’opera è curata dallo stesso De Giuseppe e dal collega Paolo Trionfini e il saggio si aggiunge ad altri sedici contributi scritti per onorare il lungo percorso professionale dello storico legnanese Giorgio Vecchio.
La serata
La parte dedicata ai gemellaggi e al ruolo di Legnano sarà al centro di un incontro in programma giovedì 5 maggio, alle 21, nella sala conferenze del Palazzo Leone da Perego. Saranno presenti Massimo De Giuseppe e Paolo Trionfini, oltre al professor Giorgio Vecchio e al nipote del sindaco Accorsi Andrea. L’iniziativa è una proposta culturale dell’associazione Polis (vedi qui la locandina).
I due sindaci
L’accurato lavoro di ricerca di De Giuseppe fa emergere il prezioso e inedito ruolo svolto dall’ingegner Luigi Accorsi (1906-1976) negli anni in cui ricoprì la carica di primo cittadino, dal 1961 al 1975, caratterizzati da un fitto scambio epistolare con Giorgio La Pira, sindaco di Firenze. Oggetto delle missive il comune lavoro all’interno della Federazione mondiale delle città gemellate, fondata nel 1957, di cui La Pira assunse ben presto la presidenza. Legnano divenne sede della segreteria nazionale della Federazione e Accorsi si assunse il delicato compito di mediare tra le diverse sensibilità presenti al suo interno e nei rapporti con la politica nazionale.
Uno dei principali ostacoli con cui i due sindaci dovettero scontrarsi fu l’apertura della Federazione a città appartenenti al blocco comunista. Erano gli anni della guerra fredda e per molti era impensabile superare le differenze ideologiche che allora dividevano il mondo. Accorsi fu eletto sindaco nel gennaio 1961 e uno dei suoi primi atti fu di avviare un esperimento di gemellaggio con la francese Colombes, situata nel dipartimento dell’Hauts-de Seine dell’Ile de France parigina. L’iniziativa volle caratterizzarsi «favorendo scambi di soggiorni per giovani nelle colonie estive e nelle famiglie, nonché alla comune partecipazione a esposizioni artistiche, incontri sportivi, incontri tra associazioni, viaggi di studio, e così via». Grazie al suo impegno, entrò a far parte del comitato di coordinamento nazionale e di quello internazionale della Federazione.
Pochi anni dopo seguirono contatti con Ebolowa, situata in una regione rurale del Camerun. Con la città africana il gemellaggio assunse una rilevanza di particolare spessore traducendosi in iniziative di reciproca collaborazione. Un legame che dura tuttora grazie all’operato di alcune realtà dell’associazionismo legnanese sostenuto anche dall’interesse di due sindaci degli anni Ottanta, Franco Crespi e Piero Cattaneo.
Il saggio di Massimo De Giuseppe affronta con dovizia di particolari le vicende che accompagnarono la Federazione negli anni a venire, una volta scomparse due importanti figure di riferimento quali Giorgio La Pira e Luigi Accorsi. Tra alti e bassi, lo spirito che sta alla base dei gemellaggi tra città non è venuto meno. Temi quali pace, solidarietà, tolleranza, cooperazione internazionale, scambi culturali… richiedono sicuramente un aggiornamento ma possono essere di grande aiuto in un momento storico in cui i missili sono tornati a seminare morte, si costruiscono muri e si invocano anacronistici nazionalismi per dividere i popoli.