A 14 anni Paolo ha combattuto e sconfitto il cancro, dopo quattro operazioni che hanno reso la sua gamba sensibile al metal detector e quattordici cicli di chemio. Ha raccontato la sua�lotta in un volume edito da Rizzoli
di Maria Teresa ANTOGNAZZA
Redazione
Il suo libro è già un bestseller. Paolo, quattordicenne venegonese, ha speso tutto l’ultimo anno a combattere strenuamente un brutto cancro che l’ha colpito alla gamba. L’ha scoperto giusto l’estate scorsa, di ritorno dal campeggio parrocchiale, quando gli hanno diagnosticato un “osteosarcoma”. Da quel momento è iniziato il suo lungo viaggio per combattere il cancro.
Un calvario, tutto in salita, percorso giorno dopo giorno con a fianco papà Piercarlo, mamma Rosanna e la sorella Alice, a dargli conforto e a fargli coraggio. Quattordici cicli di chemio, quattro interventi chirurgici che l’hanno trasformato in “Titan-Paul” (la sua gamba, ora, libera dalle malvagie cellule tumorali, “suona” all’impazzata ogni volta che passa un controllo al metal detector), tanto ospedale, letto e lontananza forzata da scuola e amici: niente di tutto questo l’ha sfiancato. Ha combattuto. E ha vinto.
Nelle ultime settimane di giugno è tornato in classe, dopo tante ore di lezione passate a casa, con i prof a domicilio, e in collegamento internet con i compagni; ha superato gli esami di terza media e durante l’estate ha ricominciato a incontrare gli amici e a tifare la squadra del cuore. Da pochi giorni è tornato sui banchi, all’Istituto alberghiero De Filippi di Varese, per rincorrere il sogno di diventare un grande chef. La lotta, per il momento, è vinta.
La sua storia – che ha attraversato il pianeta grazie a un blog in cui, giorno dopo giorno ha raccontato angosce, dolori, speranze, fatiche del suo giovane combattimento – ora è diventata un libro, e sugli scaffali è già andato a ruba. Vado a farmi la chemio e torno (Rizzoli) racconta di una lotta che, purtroppo, accomuna tanti, giovani, giovanissimi e meno giovani, e li incoraggia a non mollare. Paolo lo ha fatto; come e perché lo racconta in queste pagine, attraverso le quali continua la sua strada con il sorriso sulle labbra, con la forza che gli trasmettono in casa i familiari e tanti amici, che non smettono di fare il tifo per lui. Il suo libro è già un bestseller. Paolo, quattordicenne venegonese, ha speso tutto l’ultimo anno a combattere strenuamente un brutto cancro che l’ha colpito alla gamba. L’ha scoperto giusto l’estate scorsa, di ritorno dal campeggio parrocchiale, quando gli hanno diagnosticato un “osteosarcoma”. Da quel momento è iniziato il suo lungo viaggio per combattere il cancro.Un calvario, tutto in salita, percorso giorno dopo giorno con a fianco papà Piercarlo, mamma Rosanna e la sorella Alice, a dargli conforto e a fargli coraggio. Quattordici cicli di chemio, quattro interventi chirurgici che l’hanno trasformato in “Titan-Paul” (la sua gamba, ora, libera dalle malvagie cellule tumorali, “suona” all’impazzata ogni volta che passa un controllo al metal detector), tanto ospedale, letto e lontananza forzata da scuola e amici: niente di tutto questo l’ha sfiancato. Ha combattuto. E ha vinto.Nelle ultime settimane di giugno è tornato in classe, dopo tante ore di lezione passate a casa, con i prof a domicilio, e in collegamento internet con i compagni; ha superato gli esami di terza media e durante l’estate ha ricominciato a incontrare gli amici e a tifare la squadra del cuore. Da pochi giorni è tornato sui banchi, all’Istituto alberghiero De Filippi di Varese, per rincorrere il sogno di diventare un grande chef. La lotta, per il momento, è vinta.La sua storia – che ha attraversato il pianeta grazie a un blog in cui, giorno dopo giorno ha raccontato angosce, dolori, speranze, fatiche del suo giovane combattimento – ora è diventata un libro, e sugli scaffali è già andato a ruba. Vado a farmi la chemio e torno (Rizzoli) racconta di una lotta che, purtroppo, accomuna tanti, giovani, giovanissimi e meno giovani, e li incoraggia a non mollare. Paolo lo ha fatto; come e perché lo racconta in queste pagine, attraverso le quali continua la sua strada con il sorriso sulle labbra, con la forza che gli trasmettono in casa i familiari e tanti amici, che non smettono di fare il tifo per lui.