Al Centro di via Romagnosi 8 a Milano per festeggiare l'ente interverranno Giuliano Amato, Roberto Formigoni, Andrea Olivero, Roberto Mazzotta, Ottorino Berltrami e Giuseppe Guzzetti.
Redazione
«Diciotto anni, giovane e impegnata. Come eravamo, come saremo. 16 dicembre 1991 – 16 dicembre 2009». Un compleanno significativo quello che il 22 dicembre festeggerà la Fondazione Cariplo. Al Centro di via Romagnosi 8 a Milano, dalle 16 con interventi di Giuliano Amato, Roberto Formigoni, Andrea Olivero, Roberto Mazzotta, Ottorino Berltrami e Giuseppe Guzzetti.
Una realtà che ha dato un contributo rilevante per lo sviluppo del Terzo settore lombardo. Non ultimo il sostanzioso contributo anche al Fondo famiglia-lavoro: 1,5 milioni. Infatti il presidente Guzzetti ha creduto subito alla bontà dell’iniziativa voluta dal cardinal Tettamanzi per chi ha perso il posto di lavoro.
«Guardandoci alle spalle, oggi, ci rendiamo conto di quanta strada abbiamo percorso – sottolinea Guzzetti -. Molte altre sfide ci attendono in futuro, ma a una soprattutto vogliamo mirare: far sì che la nostra Carta Costituzionale riconosca il ruolo di “corpo intermedio” del Terzo Settore Fondazioni. A quel punto, avremo compiuto un altro importante passo avanti».
La Fondazione Cariplo prosegue la missione della Cariplo, la storica banca lombarda che affiancava attività di credito e attività di beneficenza, come nella tradizione delle antiche Casse di risparmio. La legge Amato del 1990 ha imposto loro di separare queste due attività, avviando un grande processo di ristrutturazione e privatizzazione del sistema bancario italiano. Da quel momento l’attività di beneficenza è stata destinata alle Fondazioni.
Si è mossa cercando di anticipare i bisogni: sull’emergenza abitativa ha promosso progetti di housing sociale oggi alla base delle politiche del governo; ha affrontato il tema delle famiglie con parenti disabili con l’iniziativa «dal dopo di noi al durante noi», per permettere ai disabili di costruire scenari di vita autonoma; ha promosso un modo nuovo di valorizzare i beni artistici e culturali. Opera per realizzare l’integrazione tra italiani e stranieri, a cominciare dal mondo della scuola; per inserire al lavoro le persone svantaggiate, soprattutto i malati psichiatrici.
La Fondazione è uno tra i principali organismi filantropici del mondo: quasi 2 miliardi di euro per oltre 22 mila progetti finanziati. Per il 2010 ha previsto di mantenere le erogazioni allo stesso livello degli anni precedenti (circa 200 milioni di euro). Sul piano degli interventi la coesione sociale è il suo obiettivo: «C’è coesione sociale dove le persone sono integrate, hanno solidità sul piano degli affetti, dell’occupazione, della salute, dell’abitazione; e ancora dove hanno opportunità di crescere culturalmente, in un ambiente sano e in un contesto che mira ad innovarsi, apprendendone le bellezze artistiche e creative». «Diciotto anni, giovane e impegnata. Come eravamo, come saremo. 16 dicembre 1991 – 16 dicembre 2009». Un compleanno significativo quello che il 22 dicembre festeggerà la Fondazione Cariplo. Al Centro di via Romagnosi 8 a Milano, dalle 16 con interventi di Giuliano Amato, Roberto Formigoni, Andrea Olivero, Roberto Mazzotta, Ottorino Berltrami e Giuseppe Guzzetti.Una realtà che ha dato un contributo rilevante per lo sviluppo del Terzo settore lombardo. Non ultimo il sostanzioso contributo anche al Fondo famiglia-lavoro: 1,5 milioni. Infatti il presidente Guzzetti ha creduto subito alla bontà dell’iniziativa voluta dal cardinal Tettamanzi per chi ha perso il posto di lavoro.«Guardandoci alle spalle, oggi, ci rendiamo conto di quanta strada abbiamo percorso – sottolinea Guzzetti -. Molte altre sfide ci attendono in futuro, ma a una soprattutto vogliamo mirare: far sì che la nostra Carta Costituzionale riconosca il ruolo di “corpo intermedio” del Terzo Settore Fondazioni. A quel punto, avremo compiuto un altro importante passo avanti».La Fondazione Cariplo prosegue la missione della Cariplo, la storica banca lombarda che affiancava attività di credito e attività di beneficenza, come nella tradizione delle antiche Casse di risparmio. La legge Amato del 1990 ha imposto loro di separare queste due attività, avviando un grande processo di ristrutturazione e privatizzazione del sistema bancario italiano. Da quel momento l’attività di beneficenza è stata destinata alle Fondazioni.Si è mossa cercando di anticipare i bisogni: sull’emergenza abitativa ha promosso progetti di housing sociale oggi alla base delle politiche del governo; ha affrontato il tema delle famiglie con parenti disabili con l’iniziativa «dal dopo di noi al durante noi», per permettere ai disabili di costruire scenari di vita autonoma; ha promosso un modo nuovo di valorizzare i beni artistici e culturali. Opera per realizzare l’integrazione tra italiani e stranieri, a cominciare dal mondo della scuola; per inserire al lavoro le persone svantaggiate, soprattutto i malati psichiatrici.La Fondazione è uno tra i principali organismi filantropici del mondo: quasi 2 miliardi di euro per oltre 22 mila progetti finanziati. Per il 2010 ha previsto di mantenere le erogazioni allo stesso livello degli anni precedenti (circa 200 milioni di euro). Sul piano degli interventi la coesione sociale è il suo obiettivo: «C’è coesione sociale dove le persone sono integrate, hanno solidità sul piano degli affetti, dell’occupazione, della salute, dell’abitazione; e ancora dove hanno opportunità di crescere culturalmente, in un ambiente sano e in un contesto che mira ad innovarsi, apprendendone le bellezze artistiche e creative».