Nel bilancio delle attività messe in atto dalla Regione spiccano la diminuzione degli incidenti sul lavoro, una maggiore tutela dai fattori di rischio ambientale e una più efficace difesa dalle malattie oncologiche e cronico-degenerative
di Cristina CONTI
Redazione
Prevenire è meglio che curare. Questo il motto della Regione Lombardia che, in un ampio rapporto, fa il bilancio delle attività mediche di prevenzione in base al “Guadagno in salute” di cui hanno potuto godere i cittadini. Diminuzione degli incidenti sul lavoro, tutela dai fattori di rischio ambientale, igiene dei prodotti e sicurezza alimentare, prevenzione delle malattie oncologiche e cronico-degenerative, difesa della salute e lotta alle malattie infettive. Queste le aree su cui si è concentrata l’attenzione del Servizio di prevenzione della Regione. «Sono stati oltre 50 mila i controlli alle aziende attivati dalle Asl, ma c’è ancora molto da fare sul fronte delle malattie professionali, una voce che stiamo cercando di far emergere per il futuro – sottolinea il direttore generale vicario dell’assessorato alla Sanità Luigi Macchi -. Un primo segnale è arrivato nel 2008, con un aumento del 3,2% delle segnalazioni».
Secondo le misurazioni dei tecnici regionali, nel campo della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro si è ottenuta nel 2008 una riduzione degli infortuni pari al 5% rispetto all’anno precedente: i risultati più significati riguardano in particolare l’industria (-11%) e le costruzioni (-19%).
Gli screening oncologici nel periodo 2000-2008 hanno ridotto il tasso di mortalità per tumore della mammella, nella popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni, dal 68,5% al 53,3% su 100 mila donne residenti e hanno consentito di diagnosticare e trattare 1.348 tumori all’intestino, oltre a 5.881 adenomi a forte rischio di trasformazione neoplastica.
La rilevazione dei quantitativi di amianto presenti in Lombardia, l’avvio di controlli sulle attività di bonifica e il monitoraggio ambientale hanno evidenziato concentrazioni di fibre cancerogene disperse nell’aria notevolmente inferiori ai limiti cautelativi stabiliti dall’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms) per la popolazione generale. Un dato però in contraddizione con quanto precisato proprio recentemente dall’Alea, l’Associazione italiana esposti all’amianto, secondo cui nella sola Lombardia si registrano circa 300 casi di mesotelioma ogni anno proprio a causa dell’esposizione alla fibra-killer (327 nel 2007). Prevenire è meglio che curare. Questo il motto della Regione Lombardia che, in un ampio rapporto, fa il bilancio delle attività mediche di prevenzione in base al “Guadagno in salute” di cui hanno potuto godere i cittadini. Diminuzione degli incidenti sul lavoro, tutela dai fattori di rischio ambientale, igiene dei prodotti e sicurezza alimentare, prevenzione delle malattie oncologiche e cronico-degenerative, difesa della salute e lotta alle malattie infettive. Queste le aree su cui si è concentrata l’attenzione del Servizio di prevenzione della Regione. «Sono stati oltre 50 mila i controlli alle aziende attivati dalle Asl, ma c’è ancora molto da fare sul fronte delle malattie professionali, una voce che stiamo cercando di far emergere per il futuro – sottolinea il direttore generale vicario dell’assessorato alla Sanità Luigi Macchi -. Un primo segnale è arrivato nel 2008, con un aumento del 3,2% delle segnalazioni».Secondo le misurazioni dei tecnici regionali, nel campo della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro si è ottenuta nel 2008 una riduzione degli infortuni pari al 5% rispetto all’anno precedente: i risultati più significati riguardano in particolare l’industria (-11%) e le costruzioni (-19%).Gli screening oncologici nel periodo 2000-2008 hanno ridotto il tasso di mortalità per tumore della mammella, nella popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni, dal 68,5% al 53,3% su 100 mila donne residenti e hanno consentito di diagnosticare e trattare 1.348 tumori all’intestino, oltre a 5.881 adenomi a forte rischio di trasformazione neoplastica.La rilevazione dei quantitativi di amianto presenti in Lombardia, l’avvio di controlli sulle attività di bonifica e il monitoraggio ambientale hanno evidenziato concentrazioni di fibre cancerogene disperse nell’aria notevolmente inferiori ai limiti cautelativi stabiliti dall’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms) per la popolazione generale. Un dato però in contraddizione con quanto precisato proprio recentemente dall’Alea, l’Associazione italiana esposti all’amianto, secondo cui nella sola Lombardia si registrano circa 300 casi di mesotelioma ogni anno proprio a causa dell’esposizione alla fibra-killer (327 nel 2007).