Per l'opposizione in Consiglio comunale si tratta di una stangata colossale, con percentuali di aumento pari all'800% -

Cristina CONTI
Redazione

Rincari in arrivo per gli alloggi comunali. Per molte delle trentamila persone che vivono negli stabili di proprietà del Comune sta arrivando l’aumento dei canoni di locazione. La delibera percepisce una legge regionale approvata nel 2007.
«Un atto dovuto – spiega l’assessore alla casa Gianni Verga -. Ma abbiamo voluto contenere al massimo i rincari. E poi la revisione degli affitti si applica solo alle fasce di reddito Isee più basse, quelle fino a 9 mila euro. Per gli altri i canoni rimangono invariati. Anzi ci sarà qualcuno che pagherà meno di prima». Tra i provvedimenti varati c’è anche la rateizzazione del pagamento fino a cinque anni. I maggiori introiti, poi, serviranno per la manutenzione degli stabili più fatiscenti. Rincari in arrivo per gli alloggi comunali. Per molte delle trentamila persone che vivono negli stabili di proprietà del Comune sta arrivando l’aumento dei canoni di locazione. La delibera percepisce una legge regionale approvata nel 2007.«Un atto dovuto – spiega l’assessore alla casa Gianni Verga -. Ma abbiamo voluto contenere al massimo i rincari. E poi la revisione degli affitti si applica solo alle fasce di reddito Isee più basse, quelle fino a 9 mila euro. Per gli altri i canoni rimangono invariati. Anzi ci sarà qualcuno che pagherà meno di prima». Tra i provvedimenti varati c’è anche la rateizzazione del pagamento fino a cinque anni. I maggiori introiti, poi, serviranno per la manutenzione degli stabili più fatiscenti. In controtendenza L’opposizione però non è d’accordo. «È’ una stangata colossale – assicura Carmela Rozza del Pd -. Per un’abitazione di 54 metri quadrati occupata da una famiglia con reddito Isee inferiore a 9 mila euro, per esempio, si pagano ora 105 euro all’anno, dai prossimi giorni, invece, il canone salirà a oltre mille, con una percentuale di aumento pari al 880 per cento. Il single, invece, pagherà oltre 700 euro l’anno con un aumento del 590 per cento». Questa decisione, infatti, andrà a colpire proprio le fasce che sono economicamente più deboli. E si presenta anche come un’iniziativa in controtendenza: nell’anno della crisi, in cui tutte le istituzioni stanno varando provvedimenti a favore di chi guadagna meno di novemila euro, il Comune interviene, infatti, con aumenti decisivi proprio sulla casa, un bene di cui non si può fare meno. Senza contare i conguagli delle spese arretrate per i lavori di piccola manutenzione che molti inquilini si sono visti recapitare proprio in questi giorni. Bollettini fino a 3 mila euro. «Gli aumenti sono troppo onerosi per gli inquilini e pesa eccessivamente l’aggiunta delle spese arretrate», continua la Rozza. Una soluzione possibile però, secondo il Partito Democratico, potrebbe essere quella di applicare quanto previsto dalla legge regionale e cioè di ridurre gli aumenti degli affitti intervenendo sulla voce costo di costruzione, uno dei parametri che definiscono maggiormente il costo dell’immobile.

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