L'amministratore delegato della�società per azioni�che gestirà l'evento ne sottolinea la carica di innovazione: «Puntiamo a una vera e propria "generazione Expo"»�
di Pino NARDI
Redazione
Sarà una vera e propria «svolta culturale», tanto da far nascere una “generazione Expo”. Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo 2015 Spa, sottolinea la carica di innovazione che avrà l’evento. E non ci sta riguardo alle voci di deficit e ridimensionamento dei progetti, che verranno invece attuati in base al Piano presentato a settembre. Promette inoltre «il massimo rigore» contro il rischio di infiltrazioni mafiose, lanciando anche una proposta.
Quali sono i progetti più innovativi legati all’Expo?
Sarà l’intera Expo 2015 a scrivere una pagina innovativa, dalle caratteristiche del sito espositivo a tanti altri aspetti, a cominciare dalle tecnologie legate all’alimentazione. Expo 2015 nasce come un appuntamento capace di segnare una svolta culturale, che ruota intorno a un tema fondamentale per l’intera umanità: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Non sarà una Fiera tradizionale, come qualcuno teme. Sarà, invece, un evento di importanza mondiale che darà a tutti la possibilità di vivere un’esperienza straordinaria anche dal punto di vista sensoriale e culturale. Non metteremo in mostra oggetti, bensì offriremo l’occasione per venire a contatto con le tecnologie più innovative del 2015.
Cosa resterà dopo l’Expo per Milano?
Noi pensiamo che l’eredità di Expo avrà aspetti tangibili e intangibili. Tangibili, a partire dalla grande area che ospiterà Expo 2015 – nel cuore della Grande Milano – e dal Centro per lo Sviluppo sostenibile, capace di collocare Milano al centro di una Rete fisica e virtuale di relazioni e progetti. Intangibili, a partire dal fatto che Milano con l’Expo si collocherà ai primi posti nel mondo, per proseguire con la crescita di una vera e propria “generazione Expo” fatta di giovani formatisi a contatto con il tema proposto dall’Esposizione universale e la sua declinazione con le tecnologie più aggiornate. E poi il risultato forse più grande, cioè che ci sarà maggiore diffusione e comprensione di questo tema, che coinvolge e interessa tutto il mondo: l’alimentazione.
Il primo bilancio registra già un deficit. Saranno garantite le risorse necessarie oppure i progetti verranno ridimensionati?
È del tutto improprio parlare di deficit. Su questo punto vorrei essere molto chiaro, a costo di ripetere concetti che ho più volte espresso. Per eventi come l’Expo o le Olimpiadi è una caratteristica strutturale che all’inizio ci siano delle perdite, che sono da considerare veri e propri investimenti. Soltanto nel 2015 noi potremo parlare di ricavi, che Expo otterrà dai biglietti, dalle sponsorizzazioni, dal merchandising e via dicendo. Fino a quella data sono previste spese, non ricavi. Dimenticare queste caratteristiche strutturali, significa confondere le acque e creare un caso dal niente. Quanto al ridimensionamento dei progetti, è falso. Non c’è alcun ridimensionamento degli impegni economici presi per Expo. In questa fase il nostro Ufficio di piano sta studiando come passare dal Masterplan al progetto del sito che ospiterà Expo. Ciò che realizzeremo terrà naturalmente conto delle difficoltà generali che sta attraversando il Paese, dunque non ci saranno sprechi. Il nostro sforzo sarà di tradurre, senza tradire, il Piano che abbiamo presentato l’8 settembre scorso.
Si parla di rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata: come intendete contrastare questa eventualità?
Con il massimo rigore possibile. Io chiedo fin d’ora che venga istituita una Commissione di controllo, perché credo che a ogni livello e ognuno per le proprie competenze dobbiamo fare il massimo sforzo possibile per prevenire e stroncare ogni tentativo criminoso di interferire con Expo. Per quanto riguarda la società di cui sono responsabile, non siamo fermi alle parole e alle enunciazioni: abbiamo già firmato un accordo con le tre maggiori organizzazioni sindacali nel quale si impegnano le parti a prevedere, nei bandi di gara, clausole precise che contrastino qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa. Abbiamo già contatti con la commissione antimafia regionale e con il prefetto. Andremo avanti su una strada di intensa collaborazione con tutte le istituzioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. Sarà una vera e propria «svolta culturale», tanto da far nascere una “generazione Expo”. Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo 2015 Spa, sottolinea la carica di innovazione che avrà l’evento. E non ci sta riguardo alle voci di deficit e ridimensionamento dei progetti, che verranno invece attuati in base al Piano presentato a settembre. Promette inoltre «il massimo rigore» contro il rischio di infiltrazioni mafiose, lanciando anche una proposta.Quali sono i progetti più innovativi legati all’Expo?Sarà l’intera Expo 2015 a scrivere una pagina innovativa, dalle caratteristiche del sito espositivo a tanti altri aspetti, a cominciare dalle tecnologie legate all’alimentazione. Expo 2015 nasce come un appuntamento capace di segnare una svolta culturale, che ruota intorno a un tema fondamentale per l’intera umanità: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Non sarà una Fiera tradizionale, come qualcuno teme. Sarà, invece, un evento di importanza mondiale che darà a tutti la possibilità di vivere un’esperienza straordinaria anche dal punto di vista sensoriale e culturale. Non metteremo in mostra oggetti, bensì offriremo l’occasione per venire a contatto con le tecnologie più innovative del 2015.Cosa resterà dopo l’Expo per Milano?Noi pensiamo che l’eredità di Expo avrà aspetti tangibili e intangibili. Tangibili, a partire dalla grande area che ospiterà Expo 2015 – nel cuore della Grande Milano – e dal Centro per lo Sviluppo sostenibile, capace di collocare Milano al centro di una Rete fisica e virtuale di relazioni e progetti. Intangibili, a partire dal fatto che Milano con l’Expo si collocherà ai primi posti nel mondo, per proseguire con la crescita di una vera e propria “generazione Expo” fatta di giovani formatisi a contatto con il tema proposto dall’Esposizione universale e la sua declinazione con le tecnologie più aggiornate. E poi il risultato forse più grande, cioè che ci sarà maggiore diffusione e comprensione di questo tema, che coinvolge e interessa tutto il mondo: l’alimentazione.Il primo bilancio registra già un deficit. Saranno garantite le risorse necessarie oppure i progetti verranno ridimensionati?È del tutto improprio parlare di deficit. Su questo punto vorrei essere molto chiaro, a costo di ripetere concetti che ho più volte espresso. Per eventi come l’Expo o le Olimpiadi è una caratteristica strutturale che all’inizio ci siano delle perdite, che sono da considerare veri e propri investimenti. Soltanto nel 2015 noi potremo parlare di ricavi, che Expo otterrà dai biglietti, dalle sponsorizzazioni, dal merchandising e via dicendo. Fino a quella data sono previste spese, non ricavi. Dimenticare queste caratteristiche strutturali, significa confondere le acque e creare un caso dal niente. Quanto al ridimensionamento dei progetti, è falso. Non c’è alcun ridimensionamento degli impegni economici presi per Expo. In questa fase il nostro Ufficio di piano sta studiando come passare dal Masterplan al progetto del sito che ospiterà Expo. Ciò che realizzeremo terrà naturalmente conto delle difficoltà generali che sta attraversando il Paese, dunque non ci saranno sprechi. Il nostro sforzo sarà di tradurre, senza tradire, il Piano che abbiamo presentato l’8 settembre scorso.Si parla di rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata: come intendete contrastare questa eventualità?Con il massimo rigore possibile. Io chiedo fin d’ora che venga istituita una Commissione di controllo, perché credo che a ogni livello e ognuno per le proprie competenze dobbiamo fare il massimo sforzo possibile per prevenire e stroncare ogni tentativo criminoso di interferire con Expo. Per quanto riguarda la società di cui sono responsabile, non siamo fermi alle parole e alle enunciazioni: abbiamo già firmato un accordo con le tre maggiori organizzazioni sindacali nel quale si impegnano le parti a prevedere, nei bandi di gara, clausole precise che contrastino qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa. Abbiamo già contatti con la commissione antimafia regionale e con il prefetto. Andremo avanti su una strada di intensa collaborazione con tutte le istituzioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata.