Anche con un naso rosso si può fare missione, soprattutto nei quartieri più difficili.�Ce lo�racconta don Giovanni Salatino
di Filippo MAGNI
Redazione
«Barona’s clown» hanno fatto ridere anche il cardinale Dionigi Tettamanzi. Il palcoscenico di un loro spettacolo è stato infatti il cortile dell’Arcivescovado, in piazza Fontana. Si sono esibiti nella zona più centrale di Milano, ma il loro palco naturale è la periferia, il quartiere Barona da cui provengono e che hanno scelto di animare con nasi rossi e spettacoli di clownerie. Lì gli spettatori sono ben diversi.
L’idea è di don Giovanni Salatino, classe 1978, sacerdote dal 2003, vicario alla parrocchia Santi Nazaro e Celso alla Barona. Spiega che «i Barona’s clown vogliono avvicinare i ragazzi che si ritrovano nei cortili, nei parcheggi, nei palazzi, e non frequentano l’oratorio». Lo spirito che li anima è riassumibile in una parola: missione. «Desideriamo essere – prosegue il sacerdote – un oratorio missionario che va dove ci sono i ragazzi, non che li aspetta».
Il gruppo è nato nel 2008, quando una dozzina di sedicenni ha seguito un corso tenuto da un pagliaccio salesiano dei «Barabba’s clown». I ragazzi hanno imparato i segreti della giocoleria e dell’intrattenimento di strada. Finte cadute, divertenti equivoci, acrobazie sono entrate nel repertorio degli adolescenti. Dallo scorso giugno, il gruppo ha iniziato a recarsi nei cortili.
«L’esigenza di muoversi – spiega don Salatino – nasce da un problema oggettivo: l’oratorio della Barona è defilato rispetto al centro del quartiere, così alcune famiglie non si fidano a far percorrere la strada ai figli da soli». Il risultato è che molti non ne conoscono neppure l’esistenza. Racconta il sacerdote che gli spettacoli sono preceduti da una visita all’amministratore del condominio per verificare la fattibilità dell’esibizione e dall’affissione di volantini che la annunciano. All’orario convenuto, i clown (con immancabile naso rosso) irrompono nel cortile su di un camper colorato, annunciati da una musica da circo a tutto volume. L’effetto curiosità è garantito, aggiunge don Salatino. Tutti si fermano, bambini, ragazzi, genitori, nonni, e si avvicinano per assistere allo spettacolo. Le risate si concludono con la merenda insieme e con l’insegnare qualche tecnica di giocoleria ai presenti.
«Non sappiamo – spiega don Salatino – quale sia la ricaduta del nostro spettacolo sulle persone che incontriamo. Quel che è certo è che gli annunciamo che l’oratorio c’è e che pensa anche a loro. Questo è il nostro scopo prioritario». Alla parrocchia Santi Nazaro e Celso le attività per i giovani nascono dalla strada, spiega don Salatino: «L’ha detto anche il Sinodo: l’oratorio deve partire dai bisogni del quartiere. E sono numerosi: c’è il bisogno religioso, quello di fede, ma anche di sport, di doposcuola, di musica, di gioco… Ecco perché credo sia necessario un oratorio con diversi livelli, che propone ai ragazzi numerose e diverse piste che portano a Cristo». I Barona’s clown sono una delle strade più immediate: raggiungono i ragazzi attraverso le risate. E valicano confini di lingua e cultura: quest’estate sono stati a Sarajevo nell’ambito di un progetto di animazione in orfanotrofi e anche lì hanno raccolto applausi.
Proprio in questi giorni il gruppo si è riunito per iniziare a ideare lo spettacolo della prossima primavera. «Per fare missione – conclude don Salatino – scendendo per le strade con un naso rosso». «Barona’s clown» hanno fatto ridere anche il cardinale Dionigi Tettamanzi. Il palcoscenico di un loro spettacolo è stato infatti il cortile dell’Arcivescovado, in piazza Fontana. Si sono esibiti nella zona più centrale di Milano, ma il loro palco naturale è la periferia, il quartiere Barona da cui provengono e che hanno scelto di animare con nasi rossi e spettacoli di clownerie. Lì gli spettatori sono ben diversi. L’idea è di don Giovanni Salatino, classe 1978, sacerdote dal 2003, vicario alla parrocchia Santi Nazaro e Celso alla Barona. Spiega che «i Barona’s clown vogliono avvicinare i ragazzi che si ritrovano nei cortili, nei parcheggi, nei palazzi, e non frequentano l’oratorio». Lo spirito che li anima è riassumibile in una parola: missione. «Desideriamo essere – prosegue il sacerdote – un oratorio missionario che va dove ci sono i ragazzi, non che li aspetta».Il gruppo è nato nel 2008, quando una dozzina di sedicenni ha seguito un corso tenuto da un pagliaccio salesiano dei «Barabba’s clown». I ragazzi hanno imparato i segreti della giocoleria e dell’intrattenimento di strada. Finte cadute, divertenti equivoci, acrobazie sono entrate nel repertorio degli adolescenti. Dallo scorso giugno, il gruppo ha iniziato a recarsi nei cortili.«L’esigenza di muoversi – spiega don Salatino – nasce da un problema oggettivo: l’oratorio della Barona è defilato rispetto al centro del quartiere, così alcune famiglie non si fidano a far percorrere la strada ai figli da soli». Il risultato è che molti non ne conoscono neppure l’esistenza. Racconta il sacerdote che gli spettacoli sono preceduti da una visita all’amministratore del condominio per verificare la fattibilità dell’esibizione e dall’affissione di volantini che la annunciano. All’orario convenuto, i clown (con immancabile naso rosso) irrompono nel cortile su di un camper colorato, annunciati da una musica da circo a tutto volume. L’effetto curiosità è garantito, aggiunge don Salatino. Tutti si fermano, bambini, ragazzi, genitori, nonni, e si avvicinano per assistere allo spettacolo. Le risate si concludono con la merenda insieme e con l’insegnare qualche tecnica di giocoleria ai presenti.«Non sappiamo – spiega don Salatino – quale sia la ricaduta del nostro spettacolo sulle persone che incontriamo. Quel che è certo è che gli annunciamo che l’oratorio c’è e che pensa anche a loro. Questo è il nostro scopo prioritario». Alla parrocchia Santi Nazaro e Celso le attività per i giovani nascono dalla strada, spiega don Salatino: «L’ha detto anche il Sinodo: l’oratorio deve partire dai bisogni del quartiere. E sono numerosi: c’è il bisogno religioso, quello di fede, ma anche di sport, di doposcuola, di musica, di gioco… Ecco perché credo sia necessario un oratorio con diversi livelli, che propone ai ragazzi numerose e diverse piste che portano a Cristo». I Barona’s clown sono una delle strade più immediate: raggiungono i ragazzi attraverso le risate. E valicano confini di lingua e cultura: quest’estate sono stati a Sarajevo nell’ambito di un progetto di animazione in orfanotrofi e anche lì hanno raccolto applausi.Proprio in questi giorni il gruppo si è riunito per iniziare a ideare lo spettacolo della prossima primavera. «Per fare missione – conclude don Salatino – scendendo per le strade con un naso rosso».