Redazione
Javier Zanetti (Inter) e Riccardo Spairani (Sparkling) hanno
sottolineato la responsabilità del loro ruolo. Ma le testimonianze
più toccanti sono venute da Alex Zanardi («lo sport è davvero
una scuola di vita, che allena a tirare fuori il meglio di sé:
io l’ho capito nella prova più dura») e Nicolas Burdisso
(«ho smesso di giocare per stare vicino a mia figlia malata,
ma ho fatto solo quello che sentivo di fare come padre»)
«Quando uno ha una passione, ce la mette tutta. E io ho una grande passione per la vita». Èquesto il “segreto” che ha aiutato Alex Zanardi a rimettersi letteralmente “in piedi” dopo l’incidente in pista che nel 2001 gli provocò l’amputazione di entrambe le gambe. Dopo le operazioni, l’impianto delle protesi e la rieducazione, il pilota bolognese è tornato a camminare e a gareggiare, ma soprattutto «a fare le cose che facevo prima con i miei amici, con mia moglie e con mio figlio».
La testimonianza di Zanardi è stata quella più toccante tra quelle rese dai “capitani coraggiosi” del Natale degli Sportivi, anche per il suo valore educativo: «Davvero lo sport è una scuola di vita, che allena a tirare fuori il meglio di sé. Io l’ho capito nella prova più dura». Una prova che lo accomuna al campione paralimpico Fabrizio Macchi, privato di una gamba da un tumore a 12 anni, ma ugualmente in grado di stabilire primati mondiali in bicicletta: ha raccontato la sua storia nel libro Più forte del male.
Nella sua “seconda vita” Zanardi è oggi impegnato anche come testimonial per l’associazione “Bimbi in gamba”, che impiega il team medico che ha curato il pilota nell’assistenza a bambini alle prese con problemi analoghi in Paesi in via di sviluppo: senza protesi sarebbero lasciati al loro destino.
Tanti capitani, sul palco del Natale degli Sportivi. Da quello dell’Inter Javier Zanetti («una bella responsabilità, ma sono orgoglioso del mio ruolo») a quello della Sparkling Volley Riccardo Spairani («cerco di fare del mio meglio sempre, in campo e fuori»), a quello del Cernusco 2000 di hockey su prato Claudio Colnaghi.
Mentre Rino Gattuso ha mandato i suoi auguri ai presenti in collegamento video, il difensore dell’Inter Nicolas Burdisso ha raccontato dei progressi della figlia dopo la malattia: «Sta bene, va a scuola, gioca e ora aspetta una sorellina. Io ho smesso temporaneamente di giocare per starle vicino quando era ammalata, ma ho fatto solo quello che sentivo come padre, e credo che tutti i padri siano d’accordo con me».
Ridare il sorriso a piccoli che soffrono è anche l’impegno di Santo Versace, l’imprenditore della moda che presiede la fondazione “Operation Smile”, promotrice di interventi a favore di bambini che in tutto il mondo soffrono di malformazioni facciali. «Con un intervento di 45 minuti siamo riusciti ad aiutare già 5000 bambini – ha spiegato -. Un dovere per chi vive in un Paese come il nostro, ricco e fortunato, e dove si spreca troppo».
E se l’amministratore delegato della Armani Jeans Edoardo Ceola ha invitato tutti i presenti ad assistere gratuitamente a una prossima partita della squadra milanese di basket, quello dell’Ancona Giampiero Schiavoni ha chiarito i confini del “Progetto Soccer”, che vede la sua società in prima fila per un calcio etico: «Vogliamo cambiare le regole del gioco, mettere al centro l’uomo e rendere il calcio più pulito». (m.c.)