Redazione
Proprio nella stagione che ha segnato un deciso risveglio
della Nazionale, i Giochi hanno per ora regalato risultati
deludenti. Il livignasco prepara l’attacco allo slalom di sabato
di Gabriele Pezzaglia
da Torino
Aspettando Giorgio Rocca. L’Italia dello sci alpino tribola sulle nevi dell’Alta Val Susa. Nessuna medaglia fino a oggi, mentre restano da disputare le gare tecniche femminili e lo slalom speciale maschile.
Peccato. In questa stagione gli azzurri avevano finalmente messo alle spalle il periodo dell’“oltre Tomba”, grazie ai successi e ai podi di Elena Fanchini, Massimiliano Blardone, Davide Simoncelli e Peter Fill, e un contingente giovane che sta risalendo le classifiche della specialità. E poi il “capitano” Giorgio Rocca: cinque sigilli in Coppa del Mondo fra i pali stretti dello slalom speciale per il solido carabiniere livignasco. L’Italia dello sci c’è, ma fino a oggi queste Olimpiadi sono davvero fallimentari.
Un paradosso: lo sci italiano rialza la testa, ma i Giochi di Torino 2006 non parlano italiano per l’alpino. Nel gigante maschile il migliore è Blardone (11°) e nel superG femminile Lucia Recchia è 8a. Troppo poco. Ci si commuove per il 2° posto del gigantista francese Joel Chenal, che ha perso l’allenatore un mese fa in un incidente stradale. Si chiamava Severino Bottero: Seve aveva allenato per una vita i colori azzurri, e in ultimo proprio i gigantisti. Dal cielo sarà felice.
Gli ori sono andati all’accoppiata austriaca Benjamin Raich – Michaela Dorfmeister. Niente da fare anche nel superG maschile e nella combinata femminile: tra i maschietti vince l’inossidabile trentaquattrenne norvegese Kjetil André Aamodt, con venti medaglie recordman tra Olimpiadi e Mondiali; fra le “dame” trionfa la croata Janica Kostelic, al quarto oro Olimpico a sole ventiquattro primavere. E intanto Rocca, sulle nevi valdostane di Pila, prepara l’attacco alla “Giovanni Alberto Agnelli” di Sestriere per lo slalom by night di sabato.