La Comunità interviene a favore degli ospiti nelle Rsa

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L’avvio della Fase 2 della pandemia non deve far dimenticare le persone anziane ancora minacciate dal contagio nelle Rsa, «dove sono morti un numero inaccettabile di ospiti», sottolinea la Comunità di Sant’Egidio di Milano in un comunicato nel quale si afferma: «Sono state aperte varie indagini per accertare le responsabilità su questa strage silenziosa. Ma intanto si trascura di impedire che continuino ad avvenire nuovi contagi e nuove morti. È urgente intervenire subito con tamponi a tutti i ricoverati, protezione e cure ai malati e prevenzione dei nuovi contagi. Inoltre occorre sostenere gli anziani che hanno subito un deperimento fisico e cognitivo a causa del prolungato isolamento».

Da questa settimana la Comunità, utilizzando fondi di sostenitori privati, ha predisposto un modello di intervento rapido nelle Rsa milanesi «per rispondere a quella che continua a essere un’emergenza gravissima, anche se non viene più percepita come tale». L’intervento è partito dall’Istituto Virgilio Ferrari di via Panigarola, al Corvetto, dove Sant’Egidio è presente gratuitamente da alcuni decenni, con visite di amicizia più volte la settimana. Il progetto ha fornito DPI supplementari per ospiti e personale per evitare ulteriori contagi, e soprattutto si è provveduto a un sostegno supplementare di medici e OSS per anziani isolati nelle loro stanze da più di due mesi.

«Non ci si può nascondere dietro la divisione delle competenze sociali e sanitarie – continua il comunicato -. Oggi è ancora in atto un’emergenza gravissima che deve chiamare tutte le istituzioni a collaborare, insieme al volontariato, i cittadini e le forze sociali».

E ancora: «L’esperienza del Covid insegna a non ripetere in futuro il tragico errore di concentrare gli anziani in grandi strutture, che facilitano i contagi, inadeguate di fronte a tali emergenze, ma anche a creare quel clima umano e familiare che aiuta a resistere davanti alle difficoltà; di privilegiare l’ospedalizzazione rispetto all’assistenza domiciliare; e di risparmiare con gare al ribasso proprio sulle persone più fragili. C’è da riformare il sistema, ma prima dobbiamo salvare vite oggi e migliorare la qualità della vita di tanti ancora nascosti alla vista della collettività».

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