Secondo gli Accordi di Parigi occorre raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2050
di Maria Luisa
MENOZZI
Una ragazza di soli 16 anni è stata capace di accendere l’attenzione sul grave problema del clima, delle emissioni di Co2 che insediano il pianeta, costituendo un serio ed effettivo problema per le generazioni future.
Greta ha attraversato l’oceano per raggiungere New York, sede dell’incontro Cop25 e da lì è ripartita, sempre via mare, per raggiungere Madrid, dove si è conclusa con un rinvio la Conferenza sul clima. Al termine della Conferenza, Greta è ripartita in treno per raggiungere la Svezia. Greta continuerà con determinazione e tenacia la sua battaglia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e non si può negare che abbia ottenuto significativi risultati.
Ma ora tocca agli ordinamenti dei Paesi del globo, sia i più che i meno importanti, affrontare con altrettanta determinazione il problema della riduzione delle emissioni di Co2 nel pianeta.
La prima Conferenza Onu sul clima risale al 1995 e si è tenuta a Berlino; il prossimo anno si terrà a Glasgow, in Scozia. In occasione del Cop24 a Katowice, in Polonia, l’Unione europea ha tentato di ottenere dei risultati, mostrando tuttavia ampi limiti.
Le Conferenze Onu sul cambiamento climatico si pongono l’obiettivo di realizzare gli Accordi di Parigi del 12/12/2015 che, all’articolo 6, prevedono che i mercati di carbonio sono strumenti fondamentali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra con l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura sotto il livello di 1,5 C e raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2050.
Gli Usa che, chiamati nel 2020 alle elezioni presidenziali, potrebbero uscire dagli Accordi di Parigi, in precedenza non hanno aderito al Protocollo di Kyoto del 1997 che riguardava il surriscaldamento globale. Fino al 2013 hanno aderito al Protocollo di Kyoto 192 Stati.
India e Cina che hanno ratificato il Protocollo, sono stati esonerati dagli obblighi del Protocollo perché non sono stati ritenuti tra i principali responsabili delle emissioni del gas durante il periodo di industrializzazione.
L’attenzione ora è rivolta verso Usa e Cina che sono i principali emettitori di Co2 e senza il loro accordo o la loro condivisione è precluso ogni risultato effettivo; Washington e Pechino possono avere la forza di trattare le regole per un mercato della Co2 e trascinare tutto il pianeta.
In Europa la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen ha presentato una comunicazione al Parlamento europeo nel programma di “European Green Deal” che dovrebbe raggiungere nel 2050 l’ambizioso obiettivo di zero emissioni di gas a effetto serra. Oltre agli interventi in tutti i settori dell’economia, la Commissione dovrà fissare nuove regole, promuovere l’innovazione e la ricerca, trasformare a partire dal 2021 la Bei (Banca europea degli investimenti) in una Banca per il clima, riordinando i fondi europei per destinare consistenti risorse alla nuova strategia.
Anche il nostro Paese è coinvolto con l’iniziativa di nuove tecniche di produzione e consumo dell’energia, con l’uso efficiente e la salvaguardia delle risorse naturali, il consumo intelligente, il riuso in vista dell’economia a zero emissioni.
Nel nostro Paese l’attenzione dovrà essere rivolta alle merci importate ed esportate in relazione alla loro impronta di carbonio e ad orientare politica ed economia a quanto sta avvenendo nella nuova Europa.