Al via il 12 ottobre. La Lombardia prima regione italiana nell’esecuzione penale esterna
Con oltre 11.700 persone (dati al 15 settembre 2019), la Lombardia è la regione italiana con la più alta percentuale (19,6% sul totale nazionale) di condannati che scontano la pena fuori dal carcere, attraverso principalmente Misure alternative e Sanzioni di comunità, le modalità di esecuzione penale meno costose e più efficaci rispetto all’abbattimento della recidiva. Il quadro è delineato in uno studio redatto su dati del Dipartimento Giustizia minorile e di comunità da Sesta Opera San Fedele, associazione di volontariato penitenziario, che da sabato 12 ottobre promuove un ciclo di incontri di formazione dedicato al “Riconoscere e sostenere le fragilità psichiche negli autori di reato” (piazza San Fedele 4). Un’occasione per tutti per riflettere sulla situazione a partire da questi numeri.
«Il ricorso alle Misure alternative conferma il grande impegno della magistratura lombarda – spiega il presidente di Sesta Opera Guido Chiaretti -. L’altro lato della medaglia chiama, però, società civile e volontari a una grande responsabilità e impegno: accompagnare e sostenere tali condannati nell’esecuzione della pena fuori dal carcere, lontano dalle tante attività di rieducazione fornite negli istituti di pena lombardi. Noi li chiamiamo i Condannati Invisibili».
Nello specifico, in Lombardia a fine agosto in carcere c’erano 8.618 detenuti, mentre 11.754 persone stavano scontando la pena fuori, con un rapporto di 100 a 136. Nella sola città di Milano si contavano 4.556 condannati alle varie Misure e Sanzioni di comunità, contro 3.738 detenuti nei suoi tre istituti di pena. Per quanto riguarda la distribuzione delle pene scontate sul territorio nelle province lombarde, sede di UEPE, Bergamo registra 1.250 casi, Brescia 2.158, Como 1.363, Mantova 693, Pavia 687 e Varese 1.047
A livello nazionale, il 30% sono in Affidamento in prova ai servizi sociali e altrettante sono Messe alla Prova, mentre il 18% sconta la pena con la Detenzione domiciliare. Si tratta perlopiù di uomini di nazionalità italiana (82%). Circa il 50% hanno una età compresa tra i 30 e i 49 anni. Gli stranieri ammessi alle Misure alternative e in carico agli UEPE sono circa il 18% del totale, di cui poco meno di metà provengono dall’Europa (UE e altri Paesi europei) e circa un terzo dall’Africa (circa il 6% del totale nazionale).