Poco prima di Natale la Comunità di Sant’Egidio ha aperto le porte della sua sede il sabato e il lunedì mattina per offrire una bevanda calda, e non solo, a chi ha bisogno di compagnia

Caffetteria Amicizia - foto Comunità Sant'Egidio 2 Cropped
Un'immagine scattata nella Caffetteria dell'Amicizia. Per ragioni di privacy i volti degli "amici di strada" sono stati velati

di Silvio MENGOTTO

Anziani, migranti e profughi, famiglie rom, senza dimora, persone segnate da tante povertà diverse, che cercano famiglia e vie di amicizia per vivere nella città: sono i compagni di strada di tutto l’anno per la Comunità di Sant’Egidio di Milano. Per loro la Comunità organizza i pranzi di Natale, il 25 dicembre, nella chiesa di San Bernardino alle Monache (dove Sant’Egidio si ritrova abitualmente per la preghiera della sera) e in diversi altri luoghi della città. «Ma incontrando tutte le settimane i poveri in giro per le strade, ci siamo accorti che la richiesta non riguardava solo il cibo o una coperta – dice Luca Giordano, della Comunità di Sant’Egidio -. C’era bisogno anche di un luogo che restituisse dignità, accoglienza e ascolto».

Così, in prossimità del Natale, è nata la proposta di aprire lo spazio della Caffetteria dell’Amicizia. Nello spirito di una «Chiesa in uscita» e particolarmente attenta ai poveri – così centrale nel messaggio di papa Francesco -, è partito l’invito a venire in via degli Olivetani 3 (MM2 Sant’Ambrogio) il sabato e il lunedì mattina, dalle 10 alle 13. Tra la ventina di persone che citofonano, tante storie che si incontrano e si mescolano tra loro. Alcuni sono clochards, che i volontari chiamano gli «amici di strada». Dormono nelle Stazioni ferroviarie di Garibaldi e Cadorna o nelle vie del centro di Milano, dove la Comunità li incontra la sera per la distribuzione dei panini. In Caffetteria, oltre alla colazione, possono usufruire anche della doccia.

Incontro Paolo (il nome è di fantasia), ottant’anni sulle spalle. Oltre alla doccia si è fatto anche la barba. Era un piccolo imprenditore agricolo, un maldestro investimento l’ha portato al fallimento e a vivere in strada, dove si trova ormai da mesi. Sorride e mi fa un invito: «A Natale ti aspetto a sorseggiare il caffè dell’amicizia, qui è più buono di quello del Grand Hotel…».

Mauro, invece, dopo il divorzio vive da anni alla Stazione Garibaldi, dove ha conosciuto gli amici della Comunità. «Questi volontari sono stupendi, soprattutto per il loro calore – dice con entusiasmo -. Mi hanno fatto conoscere un’assistente sociale, energica e brava, che mi ha aiutato moltissimo. La Caffetteria è un servizio utile. La gente che vive per strada ha bisogno di fare una doccia, di vestiti, di parlare e di essere aiutata a trovare soluzioni ai problemi».

Causa un fallimento lavorativo, anche Sergio da tempo vive in strada. «In Caffetteria non solo si beve un caffè, è molto di più – mi confida -. Anche gli amici volontari non si rendono conto di quello che mi hanno regalato. Esco dalla Caffetteria con più forza. Qui è come se mi trovassi tra parenti e amici o con qualcuno che ti conosce. Sento un senso di sicurezza, come se fossi in una famiglia».

Lo spazio dell’ascolto è importante. «I nostri amici chiedono di essere ascoltati nei loro bisogni – riprende Luca -. Tra questi c’è anche quello di trovare un luogo accogliente, perché l’indifferenza e la solitudine sono il grande male di questi uomini e donne che vivono per strada in condizioni di fragilità».

Si tratta di persone che la Comunità conosce da anni, con le quali si è stabilito una vera amicizia, in un clima di festa e di famiglia. «Come in tutte le famiglie ognuno dà il proprio contributo – conclude Stefano Pasta della Comunità -. La Caffetteria accoglie tutti. È un invito anche alla città. Questo spazio è anche l’occasione per tanti volontari, o per chi desidera avvicinarsi al mondo dei poveri e conoscere le loro storie».

Per aiutare e dare uno mano come volontari è possibile contattare la Comunità di Sant’Egidio (tel. 02.86451309; santegidio.milano.volontari@gmail.com)

 

 

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