Anche per gli studenti della Bocconi cercare una sistemazione in città è tutt'altro che semplice. Le voci di Alice e Francesca, fuorisede al primo anno
di Lorenzo
Garbarino
Francesca Spina ha 19 anni e da Catania si è trasferita quest’anno a Milano per frequentare il corso di relazioni internazionali all’Università Bocconi, dove si è avvicinata anche a Comunione e liberazione. L’incantesimo con la città è durato giusto il tempo di trovare una sistemazione. «I prezzi – spiega – sono altissimi e la ricerca è lunga, perché è complesso trovare una casa dignitosa e al giusto prezzo».
Alla fine Spina si considera anche fortunata: ha trovato un appartamento in viale Bligny, a pochi passi dalla facoltà. Un benefit che si sconta sul prezzo dell’affitto. Ai 700 euro della stanza vanno aggiunte infatti le utenze e le spese condominiali, ovviamente a parte. «Io sono supportata dai genitori, ma ho fatto anche mini lavoretti, che comunque non sarebbero bastati per mantenermi davvero. Già solo con il costo dell’università stessa sarebbe stato difficile. Senza una famiglia alle spalle si dovrebbero fare sacrifici enormi e secondo me non si riuscirebbe nemmeno a trovare un giusto equilibrio tra studio e lavoro. Tra stress e stanchezza, non si avrebbe molto tempo per studiare e si rischia solo di perdere tempo».
Identica è la condizione di Alice Gozzi, coinquilina di Spina. Lei studia economia e management per l’arte, la cultura e la comunicazione sempre alla Bocconi, e ha subito capito che la permanenza a Milano le sarebbe costata più della sua Verona. «Al liceo non ci si pone ancora il problema, poi una volta davanti ci si accorge subito come la città sia diventata inaccessibile a molti».
Attenzione poi alle truffe, sempre dietro l’angolo. «Abbiamo trovato casa – racconta Gozzi – tra i gruppi Facebook, dove però ci sono parecchi annunci falsi. Una mia amica stava per essere truffata. Provano a raggirarti in tutti i modi».
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