Il direttore di Caritas Ambrosiana: «Episodio che ferisce. Lavoriamo con professionalità, siamo i primi a combattere contro la deriva terroristica dell’immigrazione»
di Cristina CONTI
Striscioni, manifesti e insulti contro la Caritas Ambrosiana e le associazioni che da tempo aiutano i migranti. Nei giorni scorsi Forza Nuova ha coordinato un blitz contro l’accoglienza a Magenta, Como, Lodi, Crema e Brescia in Lombardia, ma fatti analoghi si sono avuti anche in altre regioni italiane. «Un episodio che ci ha ferito molto – rileva don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana -. Ci siamo sentiti umiliati perché, al di là delle legittime posizioni politiche, c’è l’incapacità di cogliere la mole di lavoro che la Caritas ha fatto e fa a favore degli immigrati, anche per garantire la sicurezza dei nostri concittadini. In particolare a Magenta, dove c’è uno dei centri più grandi tra quelli che gestiamo in Diocesi».
Dopo gli atti di terrorismo a Parigi, la paura verso chi arriva in Italia in cerca di aiuto è sicuramente cresciuta. Ma chiudere gli occhi, abbandonare le persone a loro stesse e non intervenire per favorire l’integrazione non è una soluzione, anzi, può solo peggiorare le cose: «Al di là del linguaggio e dei metodi di comunicazione utilizzati, è sbagliato l’obiettivo – continua don Davanzo -: da anni noi ci occupiamo di immigrazione con professionalità e serietà, animati da spirito umanitario e convinti che favorire un’ospitalità diffusa e in piccoli gruppi possa evitare episodi di frustrazione che, in particolari circostanze, potrebbero portare a gesti inconsulti. Siamo i primi a combattere contro la deriva terroristica dell’immigrazione».
Sentirsi abbandonati a se stessi in un Paese sconosciuto, percepire il vicino come un nemico e non come una persona con cui dialogare e con cui vivere pacificamente: facilitare l’accoglienza e l’integrazione è un modo per prevenire in concreto la violenza, ma anche per tenere sotto controllo e monitorare le situazioni di disagio più profondo. Un clima di odio non fa altro che gettare benzina sul fuoco, inasprire gli animi e diffondere la paura.
Dalle pratiche per i richiedenti asilo ai centri di primo aiuto, dalla distribuzione di pasti caldi alla raccolta di indumenti, dai corsi di lingua italiana per facilitare la comunicazione all’assistenza alle donne. Sono tanti gli ambiti in cui la Caritas è impegnata da anni a favore dei disperati che arrivano in Italia. «La nostra attività continuerà come sempre per garantire la sicurezza dei cittadini e per assicurare un’ospitalità dignitosa agli immigrati», conclude don Davanzo.