II Domenica dopo la Dedicazione, Visita pastorale (Centro storico), Comunità pastorale “Santi Magi”. Milano, Parrocchia san Giorgio al Palazzo - 29 ottobre 2022
- La visita pastorale.
La visita pastorale è l’occasione per il vescovo per incontrare ogni comunità e dire: “voi mi state a cuore, io sento responsabilità per voi”. Ma ora si compie nella semplicità di un incontro fraterno: voi mi siete cari. Normalmente la sollecitudine per le diverse comunità è espressa attraverso i preti, i diaconi, gli operatori che ricevono dal vescovo il mandato. Ma oggi sono venuto di persona per dirvi: voi mi state a cuore!
La visita pastorale è anche il momento per dire a ogni comunità parrocchiale e locale: “voi fate parte della Diocesi. La Chiesa non è realizzata nella singola parrocchia, ma nella comunità diocesana, nella sua articolazione decanale. Ogni parrocchia trae vantaggio dall’essere coinvolta nella edificazione della Comunità Pastorale dei Santi Magi, chiamata a interpretare un territorio relativamente omogeneo della città. Ogni parrocchiano e ogni gruppo e ogni parrocchia sa che il cammino non è facile, in particolare per le persone più affezionate alla loro comunità e chiesa parrocchiale.
Ma una lettura sapiente della storia e del presente e uno sguardo lungimirante sul futuro può riconoscere che ogni comunità pastorale, ogni parrocchia e decanato traggono vantaggio dal riferimento alla Diocesi, alle proposte, agli eventi, ai calendari diocesani per condividere lo slancio missionario, le priorità pastorali, la sollecitudine per tutte le Chiese. E la Diocesi ha bisogno di ogni parrocchia, si arricchisce di ogni esperienza e competenza locali”.
La visita pastorale è l’occasione per ascoltare la Parola di Dio e interpretarla come messaggio per noi, oggi.
- La rivelazione del nostro Dio: in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Il mistero inaccessibile diventa motivo di sconcerto e smarrimento. La città è popolata di inquietudini, di un muoversi senza andare da nessuna parte, di parole che percorrono la via e si depositano poi come foglie secche.
La parola di Gesù si propone come la rivelazione di un senso, la promessa della salvezza, l’annuncio della liberazione dallo smarrimento e dall’insensatezza.
Chi è il nostro Dio? Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio ce lo ha rivelato.
Il nostro Dio si rivela colui che vuole rendere partecipi tutti della festa di nozze del figlio. Dio è colui che invita. Si rivolge a noi con la parola dei suoi profeti: Isaia disse: … egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli … eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto … e si dirà in quel giorno: “ecco il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché ci salvasse … rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza (cfr Is 25,6ss).
Il Dio rivelato da Gesù è il Padre che ci vuole felici, che ci vuole salvare.
- La rivelazione della verità dell’umanità.
Se Dio è colui che invita, uomini e donne sono gli invitati.
Molti uomini e donne del nostro tempo non sembrano aver interesse per l’invito di Dio: come gli invitati del vangelo, non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Molti uomini e donne del nostro tempo si sentono più vicini alla perdizione che alla salvezza, più vicini alla morte che alla vita, come Abramo, vedendo come già morto il proprio corpo e morto il seno di Sara (Rm 4,19).
La parola di Gesù rivela agli uomini e alle donne che hanno buone ragioni per aver stima di sé, sono invitati alle nozze del Figlio del Re! Questa è la verità di ciascuno di noi: siamo chiamati, siamo desiderati.
- La rivelazione della verità della comunità dei discepoli: a servizio dell’invito del Signore.
La comunità cristiana è riconoscibile in quei servi che il Signore manda andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Incaricati della convocazione che rende partecipi della festa, che restituisce buone ragioni per aver stima di sé (invitati alle nozze del Figlio del Re!), delle buone ragioni per essere riconoscenti e dire grazie.
C’è una missione da compiere, c’è una umanità di cui prendersi cura perché non si perda. La comunità cristiana esiste, è qui in questa città, per essere a servizio del desiderio di Dio che tutti partecipino alla sua gioia e siano salvati.
Possiamo quindi raccogliere tre parole per orientare il nostro cammino:
– la verità di Dio: il Padre che ci vuole partecipi della sua gioia, della sua via
– la verità dell’uomo: la vita è vocazione alla gioia di Dio
– la verità della comunità: a servizio dell’invito alla gioia di Dio.