Daniele Comboni è stato canonizzato, «ma a nessuno venga in mente di sistemarlo in un nicchia». Alessandro Pronzato, con stile incisivo, racconta la vita di Comboni che è poi un viaggio nella terra da lui amata con tutte le sue forze: l'Africa.
653 - Itinerari
Redazione Diocesi
Daniele Comboni, ossia un personaggio che spacca le misure comuni, ti afferra, ti sconvolge e coinvolge. Difficile sottrarsi al suo fascino.
Una personalità dirompente, con una volontà d’acciaio e una determinazione che lascia sbalorditi. Una carica umana eccezionale, e notevole spessore spirituale. Attività frenetica,che però nasce da una profonda sorgente interiore.
Santo sì, ma che teneva un’amante, e non era una cosa segreta. Lui, anzi, faceva di tutto perché si sapesse in giro.
Si legga il libro scritto da Alessandro Pronzato per la Gribaudi Editore e si avranno tutti i particolari.
La passione è divampata quando aveva diciassette anni e non si è più spenta, e nemmeno attenuata, anzi cresceva col trascorrere degli anni.
Viaggi disagevoli sul cammello per attraversare il deserto sotto un sole feroce; fame, sete, febbri malariche, pericoli di ogni genere, rischi incredibili.
Nessuno ostacolo riusciva a trattenerlo dal raggiungere la sua amante. E, pur di restare con lei, faceva il vescovo, il viceparroco, il sacrestano, il questuante, il chierichetto, l’infermiere e perfino il becchino.
Scriveva migliaia e migliaia di lettere, con uno stile incandescente, per attirare l’attenzione su di essa. Una vita di soli 50 anni letteralmente bruciata da questa passione incontenibile.
Alla fine mons. Comboni non può esimersi dal rivelare il nome incriminato e compromettente: «Africa, mia amante».
Lui, appassionato e compassionevole, faticatore instancabile, capace di sostenere sulle proprie spalle ammaccate pesi che avrebbero schiacciato chiunque, viaggiatore inarrestabile, è stato, a dispetto del temperamento forte e ruvido, un portatore di dolcezza e tenerezza sulla dura crosta di quella terra.
Un viaggio nell’Africa di ieri, per capire tante cose dell’Africa di oggi. E del nostro mondo "occidentale".
Oggi Daniele Comboni è diventato santo. Ma, come scrive Pronzato, con il suo consueto stile brillante e incisivo, "non venga in mente a nessuno di sistemarlo in una nicchia. Comboni non lo sopporterebbe. Qualunque nicchia gli va stretta".
"Il più grande torto che possiamo fare a Daniele Comboni sarebbe quello di addolcirlo, addomesticarlo, mettergli la museruola della nostra prudenza, tenerlo al guinzaglio della nostra ragionevolezza, infilargli la mordacchia delle nostre tremebonde cautele".
Un libro, questa di Pronzato, che sarebbe piaciuto allo stesso Comboni. Ne siamo certi.
LA SUA AFRICA. DANIELE COMBONI
di Alessandro Pronzato
Gribaudi Editore
320 pagine
16 euro