Secondo il rapporto di Lombardia per l'ambiente questo è il decennio più torrido degli ultimi due secoli. Biossido di carbonio, prodotto per il 51 per cento dal riscaldamento domestico, dal traffico e dalle industrie. Polveri sottili sopra i livelli di soglia europei. Anche se il surriscaldamento del pianeta è un problema mondiale le conseguenze si possono misurare città per città. I problemi climatici hanno poi inevitabilmente effetto sull'uomo. Ma per contrastare questo drammatico fenomeno qualcosa si può fare ancora. L'ultimo progetto, su cui gli esperti stanno lavorando, è iniziato due anni fa e si intitola Kyoto-Lombardia.

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Redazione Diocesi

Biossido di carbonio, prodotto per il 51 per cento dal riscaldamento domestico, dal traffico e dalle industrie. Polveri sottili sopra i livelli di soglia europei. Anche se il surriscaldamento del pianeta è un problema mondiale le conseguenze si possono misurare città per città. I problemi climatici hanno poi inevitabilmente effetto sull’uomo. Ma per contrastare questo drammatico fenomeno qualcosa si può fare ancora. L’ultimo progetto, su cui gli esperti stanno lavorando senza l’incarico di enti o di organizzazioni, è iniziato due anni fa e si intitola Kyoto-Lombardia. Terminerà il prossimo dicembre con la compilazione di un libro Bianco da consegnare alle istituzioni: un decalogo di azioni realistiche ed economicamente sostenibili che Comune, Provincia e Regione potrebbero inserire nei rispettivi piani di lotta all’inquinamento.

di Cristina Conti

Ondate di caldo e continui sbalzi di temperatura. Tutta colpa dell’inquinamento. A dirlo è l’ultimo rapporto di Lombardia per l’ambiente, che ha stabilito che quello appena trascorso è il decennio più torrido degli ultimi due secoli. Dal 2000 al 2002 è caduta la metà della pioggia che in media si riversa su Milano.

Biossido di carbonio, prodotto per il 51 per cento dal riscaldamento domestico, dal traffico e dalle industrie. Polveri sottili sopra i livelli di soglia europei. Anche se il surriscaldamento del pianeta è un problema mondiale le conseguenze si possono misurare città per città. I problemi climatici hanno poi inevitabilmente effetto sull’uomo.

Secondo uno studio di EuroHeat sulla mortalità legata alle ondate di calore dal 2002 al 2004 i rischi per la popolazione anziana sono aumentati del 30,6 per cento. A Milano, in particolare, l’incremento è stato del 37 per cento per gli uomini e del 40,9 per cento per le donne. Il danno economico dei cambiamenti climatici associati all’inquinamento si aggira sui 500 milioni di euro all’anno, tra aumento della mortalità e delle patologie, ricoveri, visite mediche e giornate di lavoro perse.

Allergie, disturbi cardiovascolari, cali di pressione, irritazione degli occhi e delle prime vie respiratorie. Sono solo alcune delle patologie che peggiorano e si diffondono con più facilità nelle metropoli in cui il traffico è sregolato.

Ma per contrastare questo drammatico fenomeno qualcosa si può fare ancora. L’ultimo progetto, su cui gli esperti stanno lavorando senza l’incarico di enti o di organizzazioni, è iniziato due anni fa e si intitola Kyoto-Lombardia. Terminerà il prossimo dicembre con la compilazione di un libro Bianco da consegnare alle istituzioni: un decalogo di azioni realistiche ed economicamente sostenibili che Comune, Provincia e Regione potrebbero inserire nei rispettivi piani di lotta all’inquinamento.

«Le prescrizioni del protocollo di Kyoto chiedono a tutti un impegno per salvare il pianeta. I gas che alterano il clima sono sempre di più. Cerchiamo almeno di bloccare questa tendenza», spiega la Fondazione Lombardia Ambiente.

Limitazioni al traffico, potenziamento dei mezzi pubblici, fonti di energia alternative. Sono tanti i modi in cui conciliare il rispetto per l’ambiente e per la salute dell’uomo con le comodità tecnologiche. «Azioni realistiche, possibili, sostenibili dal punto di vista economico. Ma che siano un avvio rispetto all’immobilità generale che c’è stata fino a oggi anche a livello nazionale», commenta il professor Antonio Ballarin Denti, docente di Fisica dell’ambiente all’Università Cattolica di Brescia.

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