Collegi e strutture religiose sempre più pieni. «A fare la differenza non è la qualità. Non nascondiamoci dietro a questo paravento. Il problema vero è l'utenza. Nelle private è più selezionata», spiega Francesca Lavizzari, preside dell'Istituto Comprensivo Cavalieri di via Anco Marzio. Ma secondo i genitori non è solo colpa degli stranieri. Mancanza di sicurezza, poco ascolto, scioperi e professori in congedo, programmi non sempre seguiti alla lettera: sono tanti gli elementi che portano a scegliere una scuola privata, nonostante il costo.
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Redazione Diocesi
A fare la differenza non è la qualità. Non nascondiamoci dietro a questo paravento. Il problema vero è l’utenza. Nelle private è più selezionata», spiega Francesca Lavizzari, preside dell’Istituto Comprensivo Cavalieri di via Anco Marzio. Ma secondo i genitori non è solo colpa degli stranieri. Mancanza di sicurezza, poco ascolto, scioperi e professori in congedo, programmi non sempre seguiti alla lettera: sono tanti gli elementi che portano a scegliere una scuola privata, nonostante il costo.
di Cristina Conti
Collegi e strutture religiose sempre più pieni. Sono in aumento le iscrizioni alle scuole private: per evitare che i ragazzi abbiano compagni immigrati? Gli alunni in meno delle scuole statali quest’anno sono 566, il 10 per cento degli iscritti, tanto che sono state create liste di attesa. «A fare la differenza non è la qualità. Non nascondiamoci dietro a questo paravento. Il problema vero è l’utenza. Nelle private è più selezionata», spiega Francesca Lavizzari, preside dell’Istituto Comprensivo Cavalieri di via Anco Marzio.
Milano, infatti, è la città in Italia che ha più stranieri, con ben 35 mila presenze. Alcune classi hanno fino al 70 per cento di alunni non italiani. Anche i 10.300 disabili che studiano nel capoluogo lombardo spaventano. «Abbiamo programmi fantastici per loro, ma alcune famiglie temono che se c’è un disabile in classe i loro figli rimangano in dietro con il programma» , aggiunge la preside.
Il problema si fa più sentire alla scuola media, quando i ragazzi diventano più difficili da gestire, soprattutto se gli insegnanti non hanno avuto una formazione specifica. Le modalità di apprendimento sono infatti molto cambiate rispetto ad alcuni anni fa. «E’ più elevato il numero di alunni con difficoltà relazionali e comportamenti disturbati. Alcuni genitori, in tale situazione, credono di proteggere i loro figli iscrivendoli a una scuola privata, ogni giorno vediamo nei loro occhi la paura dello straniero, notiamo il timore che i loro ragazzi non abbiano una preparazione adeguata», spiega Giorgio Galanti, preside dell’Istituto comprensivo di piazza Axum.
Anche alle elementari c’è comunque disagio. Sono circa 500 qui gli alunni e tra questi ci sono anche i nomadi. E se gli stranieri sono malvisti dai genitori italiani, figuriamoci i rom.
Ma secondo i genitori non è solo colpa degli stranieri. Mancanza di sicurezza, poco ascolto, scioperi e professori in congedo, programmi non sempre seguiti alla lettera: sono tanti gli elementi che portano a scegliere una scuola privata, nonostante il costo. «Alla scuola pubblica, purtroppo, ho riscontrato gravi e continui problemi di organizzazione. Io sono stata sempre favorevole all’istruzione statale, ma dove i miei figli sono ora sono più ascoltati e vengono accolte con più facilità anche le mie richieste», spiega Rosa Longhi, mamma di tre figli, tutti alla scuola privata.