Il cardinale Scola celebrerà la Messa a San Giorgio per ricordare i 700 anni di consacrazione. Il paese lariano è molto frequentato da turisti stranieri, mentre la popolazione è anziana. Parla il parroco don Monga

di Cristina CONTI

Varenna

Domenica 30 giugno il cardinale Angelo Scola, per la prima volta da Arcivescovo, sarà in visita a Varenna (Lecco), sul Lago di Como, per celebrare i 700 anni della consacrazione della chiesa prepositurale di San Giorgio. Alle 10 è previsto il ritrovo in piazza San Giorgio, dove il cardinale Scola sarà accolto dalle autorità. Alle 10.30 ci sarà invece la processione solenne a partire dalla chiesa di San Giovanni Battista, per dirigersi verso la prepositurale, dove sarà celebrato il Pontificale presieduto dall’Arcivescovo e accompagnato dai cantori del coro Delphum di Dervio. Dopo la messa il Cardinale incontrerà i preti dell’Alto Lario. Ma quali sono le caratteristiche di questo territorio? E chi sono le persone che lo abitano? Lo abbiamo chiesto al parroco don Aldo Monga.

Com’era in passato Varenna e come è cambiata nel tempo?
È un antico villaggio di pescatori e di marmisti, sulla sponda orientale del lago di Como. Un paese stupendo. Negli ultimi decenni è molto mutata, perché grazie alla particolare posizione geografica, con bellissimi scorci naturalistici e paesaggistici, il turismo è diventato una risorsa fondamentale: presenze molto numerose, a carattere stagionale, che hanno alimentato il fenomeno delle seconde case. Il paese è sovrastato dalla montagna a picco sul lago, sulla cui vetta si erge l’antico Castello di Vezio. La fama di questo borgo è cresciuta per i numerosi congressi che si tengono regolarmente a Villa Monastero: meeting di carattere scientifico e culturale, che attirano personalità provenienti da ogni parte del mondo.

Qui poi si celebrano anche molti matrimoni…
Sì, Varenna è famosa anche per i matrimoni, civili e religiosi, soprattutto di cittadini stranieri, che arrivano da ogni dove: Stati Uniti, Australia, Germania, Svizzera, Austria, Spagna Francia, Inghilterra, Irlanda, Canada, Emirati Arabi e persino Hong Kong. Anche a me capita spesso di celebrare nozze in lingue diverse dall’italiano: inglese, francese, tedesco, a seconda delle richieste. E i banchetti vengono spesso organizzati negli hotel o nelle numerose ville del territorio.

Qual è l’età media della popolazione?
Qui gli abitanti sono soprattutto anziani, che vivono sul territorio da molti anni. Ci sono pochi giovani, perché per motivi di lavoro preferiscono trasferirsi nelle grandi città.

Ci sono molti immigrati nel vostro territorio?
Sono molto pochi. Si tratta in prevalenza di badanti, che lavorano per aiutare gli anziani che hanno più difficoltà. Provengono in particolare da Asia, Sudamerica ed Europa Orientale. Ci sono poi alcuni stranieri che avevano qui la seconda casa e, una volta andati in pensione, hanno deciso di trasferirsi.

Com’è in generale l’accoglienza verso lo straniero?
C’è molta attenzione verso il fenomeno turistico e grande apertura di cuore verso i visitatori e i turisti che vengono da tutto il mondo. È un ambiente molto stimolante. Si cerca di far sentire ognuno come se fosse a casa sua e di rispondere alle esigenze di tutti. Proprio per cercare di venire incontro alle persone che arrivano da fuori per visitare il nostro territorio, abbiamo da poco pubblicato un opuscolo, dedicato alla chiesa parrocchiale di San Giorgio, che ha una valenza religiosa, storica, artistica e turistica, con illustrazioni delle opere d’arte contenute nella chiesa. Per il momento è solo in italiano e in inglese, ma stiamo lavorando per pubblicarlo anche in altre lingue, in modo che la lettura possa essere agevole per tutti.

La crisi economica, invece, si è sentita molto da voi?
Sì, perché comunque ne ha risentito il turismo. E così le presenze sono diminuite e come anche il lavoro.

Oltre alla visita dell’Arcivescovo, ci sono altre iniziative in cantiere per celebrare l’anniversario della Chiesa di San Giorgio?
Sì, per onorare un anniversario così significativo ci stiamo impegnando a realizzare il restauro della cappella del Crocifisso, presente al suo interno: un’opera onerosa, ma necessaria come segno d’amore per la nostra chiesa. Il progetto, realizzato da operai altamente qualificati, è già stato inoltrato alla Curia arcivescovile. Tutta la comunità si è impegnata per sostenere questa iniziativa, oltre al contributo della Provincia di Lecco e del Lions Club della zona.

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