Don Claudio Mainini, uno dei quattro sacerdoti ambrosiani nell’isola caraibica devastata dall’uragano Matthew, riferisce le condizioni della sua missione, dove non ci sono state vittime, ma le strutture sono state gravemente compromesse
«La gente non si ricorda un uragano così forte. Siamo stati presi in pieno… Tantissime case sono andate distrutte, penso che il 99% delle persone ha avuto problemi, chi più chi meno. Tantissimi gli alberi divelti, i campi rovinati, molti animali morti…»: è lo stralcio di una comunicazione inviata via mail da don Claudio Mainini, uno dei quattro sacerdoti ambrosiani ad Haiti (gli altri sono don Levi Spadotto e don Giuseppe Grassini, fidei donum come Mainini, e don Luca Caveada, addetto alla Nunziatura), che documenta la drammatica situazione nell’isola caraibica devastata dall’uragano Matthew. Circa un migliaio le vittime finora accertate. Un’emergenza per la quale Caritas Ambrosiana ha già stanziato 25 mila euro per i primi soccorsi alla popolazione e ha lanciato una raccolta fondi (in allegato).
Grazie alla ricomparsa del sole dopo cinque giorni di pioggia e vento fortissimi e al ritorno del segnale per internet, il sacerdote ha potuto rispondere alle mail inviategli dall’Italia da amici ansiosi di avere notizie sulla sua salute e sulle condizioni della missione. Anche se per fortuna don Claudio non ha registrato vittime all’interno della sua comunità, i danni alle strutture, a un primo sopralluogo, risultano comunque ingenti.
La chiesa di Marouge ha perdite dal tetto, già in cattivo stato e ulteriormente danneggiato dall’uragano; la tettoia della vecchia chiesa all’aperto e i tetti di due magazzini sono stati demoliti e un serbatoio d’acqua è volato via; fortunatamente i pannelli fotovoltaici dell’acquedotto, invece, non hanno subito danni. A Lavatier sono crollati i tetti della chiesa e della scuola, mentre le chiese di Damé e Kote de Fé hanno resistito.
Don Claudio segnala anche un risvolto particolare: «Domenica 9 ottobre erano in programma le elezioni, ma con questo disastro purtroppo sono state rinviate. Questo è un danno, perché l’instabilità politica continua e peggiora ulteriormente la situazione…».
Il sacerdote ha già ricevuto diverse richieste, ma per ora non riesce ad affrontarle. L’esigenza prioritaria è quella di mettere mano alla scuola danneggiata (l’unica della zona) per dare l’opportunità ai ragazzi di tornare alle lezioni il più presto possibile. In questi giorni Mainini si incontrerà con il Comitato Caritas e riferirà un quadro più preciso della situazione, anche in relazione all’emergenza alimentare. I suoi amici in Diocesi – ad Abbiate Guazzone, Sesto San Giovanni e Vedano Olona – si stanno attivando con raccolte fondi per aiutarlo e per sostenere la sua missione.