La nuova versione del libro liturgico, arricchita dalle opere di artisti contemporanei e dono dell'Arcivescovo emerito alla diocesi, è stata illustrata oggi dai due Cardinali a Villa Sacro Cuore

di Ylenia SPINELLI

evangeliario 2011

«Rivestire con un manto di bellezza quella Parola di vita che nella liturgia è pronunciata da Cristo stesso, perché l’uomo possa meglio conoscere il volto del Padre». Era con questo intento che il card. Dionigi Tettamanzi, durante il convegno di studio del settembre 2010, manifestava apertamente il suo desiderio di un nuovo Evangeliario da donare alla Diocesi a conclusione del suo ministero.

E’ passato più di un anno e quell’ambizioso progetto, cui hanno lavorato sei artisti contemporanei guidati da un’apposita commissione, è ormai giunto al termine.

In Duomo, durante il pontificale della Notte di Natale, il nuovo Evangeliario ambrosiano, il libro liturgico più solenne in quanto raccoglie i quattro Vangeli, verrà portato in processione e alzato dal diacono per la prima volta alla vista di tutti i fedeli. Lo stesso rito si ripeterà nelle 1107 parrocchie della Diocesi cui il Cardinale ha voluto fare lo stesso dono. Un dono prezioso e significativo, come è emerso nella conferenza di presentazione che si è svolta questa mattina a Villa Sacro Cuore di Triuggio, da qualche mese residenza del card. Tettamanzi.

Il primo a prendere la parola è stato l’Arcivescovo Angelo Scola, che ha sottolineato l’importanza dell’Evangeliario per la sua capacità di parlare simultaneamente ai fedeli, ma anche, grazie al linguaggio artistico, ai non credenti, agli atei e agli agnostici, insomma a tutta la società di oggi.

«L’opera d’arte – ha commentato Scola – parla da sola, perché, come dicevano gli antichi è species e lumen, forma e splendore». Inoltre, per il suo carattere simbolico, ha una grande forza di liberazione ed elevazione e rappresenta la modalità più alta di relazione.

Come ha sottolineato l’Arcivescovo, guardando le tavole dell’Evangeliario che illustrano le vicende terrene di Gesù, «attraverso la forma e il colore colti dal lumen della nostra umana sensibilità viviamo davvero la compagnia di Dio con noi».

Ed è proprio per calarsi appieno nella quotidianità e nel linguaggio odierno che il card. Tettamanzi ha deciso di affidare la realizzazione delle oltre settanta tavole a sei artisti contemporanei, alcuni già protagonisti a livello internazionale, come i pittori Nicola De Maria, Mimmo Paladino ed Ettore Spalletti, altri emergenti, come Nicola Samorì e Nicola Villa, ma anche un fotografo affermato come Giovanni Chiaramonte.

«Il Vangelo è sempre stato la bussola della mia vita e del servizio alla Diocesi – ha detto il card. Tettamanzi, motivando la scelta del suo personalissimo dono -: l’ho sempre considerato fonte della vita in Cristo».

Poi Tettamanzi ha lodato il lavoro comunitario degli artisti, «primi usufruttuari del nuovo Evangeliario, che più volte si sono confrontati e si sono lasciati aiutare anche da biblisti ed esegeti per comprendere non solo il senso vero del testo sacro, ma anche la moderna interpretazione artistica della singola pagina».

Poi hanno preso la parola i membri della commissione per il nuovo Evangeliario ambrosiano, a partire da don Norberto Valli, docente di Sacra Liturgia, che ha ricordato come questo nuovo evangeliario si inserisca in una ricca e straordinaria tradizione, che annovera capolavori quali l’Evangeliario di Ariberto da Intimiano, la Coperta di Teodolinda e la Pace di Chiavenna. Questi e molti altri pezzi di pregio, insieme all’Evangeliario originale dono del card. Tettamanzi, saranno visibili al pubblico nell’ambito della mostra che si terrà a Milano, a Palazzo Reale, dal 5 novembre all’11 dicembre, con ingresso gratuito e rivolta in particolar modo alle parrocchie e agli studenti, ma anche a tutti gli appassionati delle cose d’arte.

Padre Andrea Dall’Asta, direttore della Galleria San Fedele di Milano, ha spiegato come sono stati scelti gli artisti, a partire dalla fiducia nella cultura contemporanea di saper esprimere il mistero di Dio fatto uomo.

Mons. Domenico Sguaitamatti, collaboratore dell’Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi, ha insistito sul rapporto tra Parola e immagine, che nelle opere del singolo artista dovevano riuscire a fondersi l’una nell’altra, affinché l’immagine da semplicemente narrativa o decorativa riuscisse a diventare “profetica”, insieme alla Parola.

L’architetto Carlo Capponi, responsabile dell’Ufficio per i Beni culturali della Diocesi, ha illustrato più nel dettaglio i contenuti della mostra, dal titolo La Bellezzanella Parola, che non si limiterà all’esposizione del nuovo Evangeliario e dei capolavori antichi a Palazzo Reale, ma continuerà in altre due sedi: nella chiesa di S. Raffaele e presso la Galleria San Fedele, dove saranno visibili tutti i bozzetti e gli studi degli artisti.

Infine don Umberto Bordoni, coordinatore della Commissione, ha ripercorso le tappe del progetto, svelando poi che il nuovo Evangeliario avrà due copertine. L’originale, donato al Duomo di Milano, avrà una coperta opera di Nicola De Maria, impreziosita da oro e smalti, mentre quella delle copie donate a tutta la Diocesi avrà la firma di Mimmo Paladino.

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