Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, illustra il calendario degli eventi “sotto l’ombrello” della Santa Sede, organizzati in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana, l’arcidiocesi di Milano e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù
di Maria Michela NICOLAIS
Circa 900 metri quadrati in tutto, all’insegna della “sobrietà”, parola-chiave «legata al tema dell’Expo e al pontificato di Papa Francesco». È il padiglione della Santa Sede all’Expo 2015, in programma a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Con il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e Commissario generale della Santa Sede all’Expo, abbiamo il privilegio di fare una sorta di “visita guidata” in anteprima, scoprendo anche – con tre mesi di anticipo – il calendario degli eventi “sotto l’ombrello” della Santa Sede, organizzati in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana, l’arcidiocesi di Milano e l’ospedale pediatrico Bambin Gesù. Ma «la richiesta è fortissima, anche da parte degli Stati», spiega il cardinale Ravasi, e così la Santa Sede ha concesso il patrocinio a numerosi altri eventi. «Dobbiamo dialogare con tutti gli altri padiglioni, e quindi idealmente con tutti gli Stati, perché in ognuno di essi esiste una presenza cattolica», precisa il Cardinale. Pur non essendo uno Stato, infatti, la Santa Sede celebra – come tutti gli Stati presenti alla kermesse milanese – il suo national day: la data scelta è l’11 giugno, con un momento istituzionale e un’edizione speciale del “Cortile dei Gentili”. Anche la Cei celebrerà a Milano la Giornata del Creato, all’interno del padiglione della Santa Sede, il 5 settembre. «Speriamo che ci sia già l’enciclica del Papa sull’ecologia», l’auspicio di Ravasi.
Eminenza, cosa vedremo visitando il padiglione della Santa Sede all’Expo?
Prima di tutto c’è l’impatto esterno, con due scritte, che sono le due frasi fondamentali di natura biblica attinenti al tema dell’Expo e scelte come titolo specifico del padiglione della Santa Sede: “Non di solo pane vive l’uomo” e “Dacci oggi il nostro pane”. Sono i due aspetti del simbolo del pane: da una parte la dimensione materiale, fisica, concreta, con tutti i problemi sociali che comporta, e dall’altra parte l’aspetto più simbolico, quello che ha che fare con la complessità della persona umana, che ha bisogno anche di nutrimento interiore. All’interno del padiglione, nella zona centrale c’è una grande mensa: un lungo tavolo interattivo proporrà ai visitatori un itinerario di scoperta dei ‘tavoli’ della nostra vita quotidiana e del legame di solidarietà che si crea perché si possano soddisfare le diverse forme di ‘fame’ dell’umanità’. Sulle due pareti laterali, alcuni video raccontano quello che la carità cristiana già realizza in diversi Paesi: c’è l’ambiente africano, con il Burkina Faso, la Siria, con le istantanee di un’umanità che soffre, e le immagini di Papa Francesco con le sue dichiarazioni essenziali attorno al tema centrale. Due grandi opere d’arte, infine, si alterneranno sulla parete di fondo: la prima è una originalissima Ultima cena di Tintoretto, che viene dalla chiesa di san Trovaso a Venezia, dove il tema è affrontato con accenti molto umani, alquanto diversi dalla sacralità a cui ci ha abituati Leonardo; la seconda è un arazzo molto rilevante di Rubens che viene da Ancona, sempre sulla cena di Gesù.
La tavola come fulcro intorno al quale ruota la visita e il “protiro” come Cortile dei Gentili “ante litteram”. E’ il dialogo il modo con cui la Santa Sede ha scelto di “prendere posizione” sull’Expo?
La Santa Sede non è uno Stato, è di supporto allo Stato della Città del Vaticano, però ha una caratteristica che nessuno Stato può vantare: l’80% del suo territorio è costituito da parchi e da opere d’arte, che sono il cibo dello spirito. Non è nella natura della Santa Sede, dunque, identificarsi o caratterizzarsi per interessi particolari: dobbiamo invece dialogare idealmente con tutti gli altri padiglioni, e quindi con tutti gli Stati, perché in ognuno di essi esiste una presenza cattolica.
Che tipo di eventi “animeranno” il padiglione?
Gli eventi promossi dalla Santa Sede nei sei mesi dell’Expo – su quattro ambiti tematici: ‘un giardino da custodire’, ‘un cibo da condividere’, ‘un pasto che educa’, ‘un pane che rende Dio presente nel mondo’ – sono di due tipi: caritativi e spirituali. Il primo evento caritativo è un evento Caritas, in programma il 19 maggio, con la collaborazione di Caritas Internationalis. L’ospedale pediatrico Bambin Gesù proporrà tre incontri – il 5 giugno, il 19 settembre e il 22 settembre – sul rapporto tra bambino e cibo: il primo sulle allergie, il secondo sull’alimentazione, il terzo sulle malattie metaboliche. La Cei, il 5 settembre, celebrerà all’interno del nostro padiglione la Giornata del creato, sul tema della destinazione universale dei beni, ma anche del creato come ‘tempio’, come componente trascendente in cui l’uomo è inserito per coltivarlo e custodirlo, secondo il dettato di Genesi. Tra gli eventi di carattere più spirituale rientrano il ‘National day’ della Santa Sede – in programma l’11 giugno con una speciale edizione del Cortile dei Gentili, all’interno del Padiglione – e due eventi da realizzare in città, in collaborazione con l’arcidiocesi di Milano: uno probabilmente al Teatro Del Verme, in centro, e l’altro in uno spazio laico – ancora da decidere – per trattare un argomento di confronto tra credenti e non credenti, legato alla prossima enciclica del Papa, e in particolare al tema dell’ecologia umana. All’Università Cattolica, il 7 ottobre, è in programma l’evento ‘A tavola con Dio e con gli uomini’, mentre il giorno precedente, nella stessa sede, ci sarà Mind-eat, una giornata sul tema: ‘Alimentazione e salute mentale, tra miti e pregiudizi’. Il 27 ottobre, infine, una Giornata a carattere interreligioso, organizzata dall’arcidiocesi di Milano.