Lo stesso padre Gemelli lo reputava «l’uomo che, più di ogni altro, efficacemente promosse e preparò, con quarant’anni di apostolato, la fondazione del nostro Ateneo»
di Ernesto PREZIOSI
Domenica 29 aprile, a Roma, verrà proclamato beato Giuseppe Toniolo, precursore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’esigenza di costituire anche in Italia una università cattolica è presente già nel dibattito che si svolge nel Movimento cattolico tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo XX. Giuseppe Toniolo vi partecipa in maniera qualificata: egli è, tra l’altro, un profondo conoscitore degli ordinamenti universitari europei. Nel 1900, di ritorno da un viaggio a Lovanio, pubblica sulla “Rivista internazionale di scienze sociali” un suo saggio “Sull’insegnamento superiore cattolico. A proposito di una pubblicazione intorno alla Università di Lovanio”, in cui sviluppa il tema di una università cattolica. Per Toniolo il progresso scientifico dei cattolici costituisce la premessa ad una rinnovata presenza culturale e sociale degli stessi all’interno del Paese. La prospettiva è chiara: costituire una università libera.
Vent’anni dopo padre Agostino Gemelli nel 1921 fonda l’Università Cattolica e intitola l’Istituto fondatore e finanziatore proprio a Giuseppe Toniolo. In un volume della editrice Vita e Pensiero, padre Gemelli scriverà: «L’Università Cattolica considera e venera in Giuseppe Toniolo l’uomo che, più di ogni altro, efficacemente promosse e preparò, con quarant’anni di apostolato, la fondazione del nostro Ateneo».
È un riconoscimento di non poco conto. Per Gemelli il contributo di Toniolo non va individuato unicamente nell’idea di istituire un’università ma in tutto il vasto movimento culturale, a carattere scientifico e popolare, che ha animato; quasi a dire che l’Università Cattolica non ha valore in sé ma in quanto inserita in questo vasto movimento che la cattolicità italiana è stata capace di realizzare. Un legame su cui tornare per nuovi percorsi.