La visita pastorale del cardinale Scola a Varedo (diretta twitter) è un’occasione di verifica delle attività condotte fino a questo momento. Il decano don Giuseppe Grisa sottolinea: «Abbiamo anche delineato alcune prospettive»
di Cristina CONTI
Giovedì 26 novembre il cardinale Angelo Scola sarà in visita pastorale a Varedo. Alle 21, presso il cineteatro «Ideal» (piazza Volta, 2), ci sarà un incontro con i fedeli del Decanato di Paderno Dugnano, che comprende anche Limbiate e Varedo. L’incontro sarà seguito in diretta twitter attraverso l’hashtag #visitascola; prima e dopo la visita sarà possibile inviare domande e riflessioni all’Arcivescovo scrivendo a visitascola@diocesi.milano.it.
Abbiamo chiesto al decano don Giuseppe Grisa, responsabile della Comunità pastorale Maria Regina degli Apostoli di Varedo, qual è il programma di questa visita: «Si tratta della prima visita pastorale in un Decanato della Zona VII. Dopo un breve momento con noi sacerdoti, il Cardinale incontrerà i membri del Consiglio pastorale, i responsabili degli affari economici, la “Comunità educante” e dunque tutti coloro che lo desiderano. Il motivo della visita è vedere come è stato recepito il messaggio delle sue Lettere pastorali e quindi dare indicazioni su come continuare o, eventualmente, modificare il cammino».
Come vi siete preparati per questa occasione?
Abbiamo iniziato da settembre, parlandone tra noi e confrontandoci sulle Lettere pastorali, in particolare su come possiamo concretizzare il messaggio di avere il «pensiero di Cristo». Ogni parrocchia, a livello di Consiglio pastorale, si è interrogata su questo tema per capire a che punto siamo: abbiamo verificato le iniziative condotte fino a questo momento e abbiamo delineato alcune prospettive per far nascere nuovi progetti pastorali.
Come siete organizzati sul vostro territorio?
Qui a Varedo siamo una Comunità pastorale formata da due parrocchie, quella dei Santi Pietro e Paolo, più antica, e “La Valera”, cioè la parrocchia di Maria Regina, in località Valera, che risale agli anni Settanta. Ci sono poi a Paderno Dugnano tre Comunità pastorali, mentre a Limbiate si sta lavorando per creare una unità pastorale.
Quali sono invece le iniziative presenti da voi?
Il nostro è un Decanato composito, perché deriva dallo smembramento di altri Decanati. La scelta fatta finora, perciò, è stata quella di lavorare per comuni. Le iniziative, dunque, per maggiore praticità sono legate alla vita del comune oppure a quella della Comunità pastorale. Stiamo cercando in prospettiva di iniziare a fare attività insieme. A questo proposito sono già in atto alcune esperienze, come la collaborazione per la pastorale giovanile e per quella familiare. Per quest’ultima in particolare organizziamo esercizi spirituali a livello di Decanato. C’è una bella fraternità inoltre tra i sacerdoti. E anche la Caritas ha un coordinamento decanale soprattutto per quanto riguarda la formazione.
E a livello di Comunità pastorale?
Le iniziative sono un po’ quelle che sono presenti anche altrove. Dalla pastorale familiare, con particolare attenzione alle giovani coppie, la preparazione al Battesimo e la cura della fase post-Battesimo, l’iniziazione cristiana, l’impegno per accompagnare i ragazzi dopo la Cresima, le attività per gli adolescenti e la pastorale giovanile. C’è poi la Caritas cittadina e due oratori che funzionano bene, una Sala della comunità che stiamo cercando di far diventare un punto di riferimento culturale per la città.
La crisi economica si è sentita molto da voi?
Si è sentita abbastanza. Diverse persone, infatti, hanno perso il lavoro. La Caritas deve aiutare un numero maggiore di individui attraverso i pacchi alimentari e con il pagamento delle bollette o delle rate del mutuo. Forse si è sentita meno che altrove, ma sicuramente ha coinvolto anche gli italiani, non sono gli stranieri.
Immigrazione: a che punto siamo?
È leggermente in aumento. Non è altissima ed è presente comunque in prevalenza al confine con Limbiate, in zone dove ci sono case popolari. Ma le percentuali non sono molto elevate. Le nazionalità sono soprattutto quelle sudamericane, dell’est Europa (persone che lavorano qui come badanti), africane (marocchina, camerunense, nigeriana).
I giovani frequentano regolarmente?
Sì, per loro ci sono cammini a livello parrocchiale e decanale. Per l’Avvento abbiamo preparato gli esercizi spirituali. C’è un buon gruppo grazie alla presenza di un vicario parrocchiale dedicato.
E gli anziani?
Sono in un buon numero. C’è qualche centenario e diversi ultra novantenni. A “La Valera” la popolazione è relativamente più giovane. Per loro ci sono momenti di incontro e aggregazione in parrocchia, un Centro con circa 300 iscritti che ha un bar e varie iniziative. E poi l’Università delle “tre età” che riunisce giovani, adulti e anziani: molti over 65 frequentano qui corsi di teatro, dialetto, ballo, pittura e fotografia.