Quando segue è una sintesi di Itinerari di san Carlo Borromeo nella cartografia delle visite pastorali, [a cura di] Ernesto Brivio, Adele Buratti Mazzotta, Pirgiorgio Figini, Carlo Marcora, Ambrogio Palestra, Edizioni Enicopli, Milano 1985, 117-118.

Mappa della Valsolda

Questa mappa non fu redatta per fini pastorali ma per il rilevamento del territorio della Valsolda, fin dall’Alto Medioevo feudo degli arcivescovi di Milano. Eseguita nel 1612, essa corredava un volume manoscritto Iurisditionis temporalis Vallis Solidae Iura aliqout… scritto in quello stesso anno dal sacerdote Cesare Pezzano, visitatore delegato dal Card. Federico Borromeo in questi luoghi. Questa cartina fu redatta per una esatta riproduzione dei territori della valle che in quel tempo era ancora parte della Pieve di Porlezza. Infatti considerando attentamente la Sezione X Visite pastorali ci accorgiamo che il  I volume relativo alla Pieve di Porlezza comprende anche le Chiese della Valsolda mentre i volumi VII e XVI relativi alle stessa pieve non le comprendono.

Dal punto di vista grafico essa ci dà un’immagine completa della valle, dalle montagne sullo sfondo fino al lago. Anche qui, come per altre carte, per la descrizione della sponda opposta del lago viene utilizzata la raffigurazione speculare, che permette di utilizzare la stessa scelta di rappresentazione prospettica per entrambe le rive. I monti, i fiumi ed in modo particolare gli abitati sono raffigurati in modo preciso a tal punto da poter individuare, per ogni paese, l’agglomerato delle case e sopratutto le chiese nella loro originaria forma architettonica e collocazione fisica. Il tutto è reso con una particolare intensità cromatica, che attraverso l’uso della tempera, ci propone i colori tipici di quei luoghi lacustri: dal verde, giallo e marrone delle montagne più vicine, al verde, azzurro e viola usati per rendere la profondità dei monti più lontani, al blu  violaceo del lago, alla policromia dei borghi sparsi sui pendii o affacciati sulla sponda del lago. Sulla riva del lago è possibile notare Oria, Albogasio Inferiore, Casarico, San Mamete alle cui spalle si scorge il Santuario di Santa Maria della Caravina, ancora nelle forme architettoniche della prima costruzione eretta nel 1570 per volere di San Carlo dopo il miracolo, poi ricostruito nel 1663 su disegno di Carlo Buzzi. Sulle colline retrostanti è possibile scorgere, sulla sinistra Albogasio Superiore, al centro Castello e Puria, patria del Pellegrini, l’architetto di fiducia di San Carlo Borromeo, sulla destra, partendo dall’alto e scendendo, Dasio, poi Drano e Loggio, uniti nell’unica chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, qui indicata a metà strada fra i due paesi. Diverse tonalità cromatiche indicano le differenti colture dei terreni ed il tipo di organizzazione dei campi. Al centro scorre il torrente Sordo, con i suoi due rami che si uniscono per poi gettarsi nel lago presso Casarico. Poco prima della foce è ben evidente un ponte, importante per la zona poiché permetteva il collegamento dei vari paesi rivieraschi. Sulla sponda opposta è indicato un paese, forse i Crotti, e la chiesetta di Santa Margherita, una costruzione romanica sopraelevata nel XVI secolo, delineata con estrema precisione, circondata da un basso muro e con una strada che conduce al lago. Infine sono raffigurate le diverse imbarcazioni quelle da pesca con le reti, quelle per il trasporto delle merci con la vela e quelle per il trasporto dei passeggeri con i remi. Il tutto è reso con una capacità espressiva, una padronanza tecnica ed un gusto cromatico che va ben oltre quello delle consuete mappe redatte per le visite pastorali.

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