L’Arcivescovo presiede sette riti, uno in ciascuna Zona pastorale della Diocesi. In allegato il calendario, un manifesto in versione web e uno ad alta definizione per la stampa e possibili personalizzazioni
La Quaresima 2017 nella Chiesa ambrosiana sarà caratterizzata dalla Via Crucis guidata dall’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, con la reliquia del Santo Chiodo e la Croce di San Carlo, in sette riti, uno in ciascuna Zona pastorale della Diocesi.
Il titolo della Via Crucis è «Si è addossato i nostri dolori». Nelle celebrazioni si ripeteranno sempre quattro quadri della Via Crucis: Gesù, caricato della Croce (II stazione); Gesù, aiutato da Simone di Cirene (V stazione); Gesù, inchiodato sulla Croce (XI stazione); Gesù, morto sulla Croce (XII stazione).
Ecco il calendario:
Venerdì 10 marzo: Zona IV – Saronno (partenza alle 21 dal Santuario Beata Vergine dei Miracoli)
Martedì 14 marzo: Zona I – Milano (partenza alle 20.45 dalla Chiesa di San Martino in Greco – Refettorio Ambrosiano)
Venerdì 17 marzo: Zona VII – Sesto San Giovanni (partenza alle 20.45 dalla chiesa di San Giovanni Battista)
Mercoledì 29 marzo: Zona VI – Gaggiano (partenza alle 20.45 dal Santuario di Sant’Invenzio)
Venerdì 31 marzo: Zona III – Lecco (partenza alle 20.45 dal Santuario della Beata Vergine della Vittoria)
Martedi 4 aprile: Zona V – Monza (partenza alle 20.45 dalla Chiesa di San Biagio)
Venerdi 7 aprile: Zona II – Varese (partenza alle 20.45 dalla Basilica di San Vittore Martire)
In allegato un manifesto in versione web e uno ad alta definizione per la stampa e possibili personalizzazioni.
Il Santo Chiodo in Cattedrale
Il Santo Chiodo, insigne reliquia della Passione di Gesù, è conservato nel Duomo di Milano e ancor oggi è al centro di una particolare quanto sentita devozione, che ha il suo culmine nelle celebrazioni per la festa dell’esaltazione della Croce.
Il primo accenno al Santo Chiodo è contenuto nell’orazione funebre pronunciata da Sant’Ambrogio in memoria dell’imperatore Teodosio: il Vescovo, infatti, spiega come i chiodi della crocifissione di Cristo fossero stati ritrovati da Sant’Elena a Gerusalemme e da questa trasformati in un morso di cavallo e in un diadema, prima di essere donati al figlio Costantino, quale monito affinché anche l’autorità imperiale fosse sempre posta sotto la guida e il «freno» della giustizia divina.
Tuttavia, nonostante la sua forma «insolita», il Santo Chiodo milanese non sembra avere la forma di un morso di cavallo, ma, come scrive monsignor Borgonovo in un nuovo e recentissimo studio, «è effettivamente l’attestazione di un chiodo particolare impiegato per appendere i condannati a morire asfissiati sulla croce». (Luca Frigerio)