Redazione

Turchia, terra i cui fiumi, città e regioni sono citati almeno una quarantina di volte nella Bibbia. Dal Tigri all’Eufrate, che uscivano dal Paradiso terrestre, al monte Ararat su cui si posò l’arca di Noè, e ad Harran, da cui partì Abramo seguendo le promesse di Dio. Da Antiochia di Siria, dove i discepoli di Cristo furono chiamati cristiani per la prima volta, a Tarso città natale di Paolo e alle sette chiese dell’Apocalisse. Ebbene, in questo Paese, che vide il sorgere di numerose e ferventi comunità cristiane, la Chiesa, piccola minoranza in terra musulmana, ora vive da “pellegrina e straniera”.

La popolazione turca, costituita circa da 60 milioni di persone, per il 99% è musulmana, a maggioranza sunnita.
I cristiani sono all’incirca 150.000, di cui ortodossi : 80.000 armeni (presenti quasi esclusivamente ad Istanbul), 25.000 di rito siriaco (residenti ad Istanbul e Smirne, ma provenienti dal sud est della Turchia), 10.000 di rito arabo (prevalentemente nel sud della Turchia, dipendenti dal Patriarcato di Antiochia, ad Aleppo) e 3000 di rito greco (che fanno capo al patriarca Bartolomeo I, residente ad Istanbul, primus inter pares tra i capi delle Chiese ortodosse).

I cattolici sono 30.000: 20.000 di rito latino, divisi nelle tre diocesi: Istanbul, Smirne e Anatolia; seguiti da 5000 armeno cattolici – prevalentemente profughi dall’Iran – e da un migliaio di siro cattolici e altrettanti caldei. Sono presenti anche qualche migliaia di critiani protestanti.

Come Asia ed Europa, in questo intricato ed affascinante Paese si mescolano armoniosamente, allo stesso modo armeni, latini, siriaci, armeni, spesso nelle grandi occasioni e nelle solennità hanno momenti comuni di preghiera e condivisione. Testimonianza che, sebbene oggi la fede cristiana nel Dio dei Padri passi inosservata tra l’eleganza degli innumerevoli minareti, c’è ed è ancora viva e dinamica. E quel che più importa è che cammina verso l’unità.

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