Redazione

Cultura vuol dire coltivazione dello spirito.
L’uomo ha prodotto un enorme patrimonio d’arte, letteratura, musica, …che sono l’espressione della sua più genuina esperienza di vita, cogliendo ed esaltando valori che fanno l’uomo grande col fascino di ciò che è bello, molto spesso contiguo al vero e al bene!

Viaggiare per accostare questi prodotti dello spirito umano è il cosiddetto Turismo culturale. O turismo “consapevole”, perché sa di incontrare forme e sensibilità diverse, e vi si apre per una rispettosa osmosi tra la propria e altrui cultura.

Nell’apertura s’impara la tolleranza, si educa al pluralismo, si rispetta la coscienza della persona, e si difende ogni libertà, compresa quella religiosa.

Dentro questo turismo culturale, soprattutto in occasione del Grande Giubileo, si sono molto sviluppate la scoperta e la valorizzazione della storia locale e delle ricchezze monumentali del proprio territorio.

Ne sono venute stupende monografie.
In particolare, s’è dato spazio ad un modo più profondo di leggere le opere d’arte – soprattutto italiane – che per buona percentuale sono di ispirazione religiosa.
Così si è sviluppata una lettura capace di andare oltre l’estetica per giungere a cogliere l’esperienza soggettiva dell’autore e la sua esperienza religiosa personale che l’opera d’arte sempre esprime.

Da qui anche la riscoperta di luoghi significativi della propria città e della propria provincia, quali Musei, piccole chiese antiche, e quindi itinerari tematici che ormai sono d’uso in alcune città d’arte.

Così come è sempre una ricchezza la scoperta di nuove popolazioni e culture nella loro lunga storia, come può essere la Cina, l’India e tante culture africane o sudamericane.

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