A Milano il X Incontro del Comitato scientifico internazionale della Fondazione Oasis. L’evento ogni anno riunisce la “rete” delle persone che partecipano al progetto voluto 10 anni fa a Venezia dal cardinale Scola
di Maria Laura CONTE
Direttrice editoriale e comunicazione Fondazione Oasis
“L’esercito dei nuovi emigranti”; “Un nuovo ufficio comunale contro la discriminazione”; “Milano la città ideale per lavorare insieme”; “Una polveriera i 23 mila clandestini”; “Immigrati, sempre meno gli irregolari”;”La rivolta delle donne musulmane: ci hanno negato la piscina”; “Il Qatar compra i grattacieli di Milano”… Una rapida carrellata dei titoli della stampa, anche solo dell’ultimo mese, mostra la frequenza di notizie che hanno a che fare con il profilo internazionale e plurale della realtà milanese, con la presenza di persone e comunità di provenienze diverse, di culture e religioni diverse, con il suo essere crocevia di flussi imponenti di persone e di interessi. Una capitale dell’Occidente con tutti i suoi asset e paradossi. Una pluralità dall’altissimo potenziale creativo che porta con sé, è innegabile, anche un alto tasso di conflittualità, come si deduce da una cronaca quotidiana spesso drammatica.
Eppure, scavando in quei titoli, si arriva a qualcosa di più profondo, uno zoccolo duro sul quale Oasis si china da tempo nel suo intento di stare davanti alla realtà e lasciarsi da questa provocare: come possono persone di mondovisioni diverse, cristiani, musulmani e non credenti, collaborare per la costruzione di una vita buona per ogni persona e per tutti? Cosa c’è in gioco davvero per gli uomini e le donne di oggi? Quale idea di uomo si va imponendo? Come la fede di ciascuno si traduce concretamente nella vita, nelle scelte quotidiane, politiche, culturali? Oppure ormai Dio è stato “dimenticato”?
Non è un caso che sia stata scelta da Oasis questa “terra di mezzo” che è Milano come sede per il X Incontro del suo Comitato scientifico internazionale, l’evento che ogni anno riunisce la “rete” in dinamica crescita delle persone che partecipano al progetto. Dopo 10 anni di storia (Oasis fu fondata a Venezia nel 2004 dall’allora patriarca Angelo Scola) si può parlare di una rete di amici di estrazione diversa, vescovi, professori universitari, ricercatori, intellettuali, editorialisti, testimoni diretti provenienti da Occidente e da Oriente, in particolare da Paesi a maggioranza musulmana, sia cristiani sia musulmani.
Analisi documentate ed esperienze si confronteranno quest’anno sul tema “Sul crinale. Cristiani e musulmani tra secolarismo e ideologia”, un titolo che si pone come naturale sviluppo del percorso compiuto da Venezia 2004 a Milano 2013. Dopo i primi passi di riflessione sulla relazione tra diritti e democrazie, su una categoria inedita come “meticciato di civiltà e culture”, su libertà di coscienza e libertà religiosa, sull’educazione tra fede e cultura, Oasis è stata investita dalla complessità delle rivolte arabe e dalla stagione di transizione che esse hanno inaugurato, rilevante anche per l’Occidente. Se negli anni scorsi questa transizione è stata analizzata a partire dai suoi attori giuridici, politici ed economici, in questa nuova edizione il Comitato vorrà posare l’attenzione sul rapporto tra società e religioni, sulla strada stretta (il crinale del titolo) che cristiani e musulmani sono chiamati a percorrere per non cedere, davanti alle sfide di oggi, a due forme diverse e insidiose di derive. Da una parte il rischio è quello dello scivolamento verso il secolarismo, verso la dissoluzione della propria fede nella mentalità del tempo; dall’altra è quello dell’ideologia, in particolare della strumentalizzazione politica delle fede. Gli esempi di questo nell’attualità mediorientale ed europea non mancano.
Nell’occasione del decimo anniversario di Oasis, i lavori di lunedì 17 giugno, presieduti dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente di Oasis, saranno aperti a tutte le persone interessate (sarà sufficiente solo un accreditamento via mail a oasis@fondazioneoasis.org). Il face-to-face tra i milanesi e gli ospiti giunti da Jakarta, Il Cairo, Islamabad come da Londra, Madrid, Abuja, Beirut, Parigi e Algeri potrà giovare senz’altro a Oasis e forse un po’ anche a Milano.