Monsignor Marco Navoni, direttore della Classe di Studi Ambrosiani, sottolinea l’attualità della tematica scelta per il Dies Academicus 2016

di Annamaria BRACCINI

Navoni

Sant’Ambrogio, amato Vescovo dal popolo dei cristiani di quella Chiesa che da lui ha preso il nome. Gente in maggioranza povera, indifesa, preda di soprusi e dell’indigenza diffusa, che il pastore Ambrogio non esitò a soccorre, a sostenere, talora vendendo vasi preziosi, arredi, oggetti di sua proprietà. È dunque anche oggi di particolare attualità interrogarsi su «Ambrogio e la questione sociale», approfondendo il tema da più prospettive. Così come farà il Dies Academicus 2016 della Classe di Studi Ambrosiani della Biblioteca Ambrosiana, che presso la prestigiosa istituzione fondata da Federico Borromeo prenderà il via nel pomeriggio di lunedì 4 aprile, giorno in cui il santo Vescovo tornava alla casa del Padre nel 397.

«Abbiamo scelto questo aspetto perché Ambrogio, al pari di altri grandi Padri della Chiesa, come per esempio San Giovanni Crisostomo, nella sua attività pastorale è stato molto attento alle questioni sociali – spiega il direttore della Classe di Studi e dottore dell’Ambrosiana monsignor Marco Navoni -. Basterebbe pensare alle serie di omelie che, da lui stesso rielaborate, sono divenute veri e propri Trattati esegetico-morali su problemi particolarmente spinosi del tempo, come il latifondo, la distribuzione della ricchezza, la gestione del denaro. Questioni vivissime allora e che travagliavano non poco la società del IV secolo».

La prolusione è affidata a monsignor Caprioli, vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, che rileggerà come vescovo di oggi la posizione sociale di Ambrogio…
Esattamente, anche se in realtà le prolusioni saranno due: quella vera e propria di monsignor Caprioli, che indagherà la questione sociale santambrosiana nella sua attualità e attraverso i punti di contatto col presente, delineando come un vescovo del terzo millennio può rapportarsi al magistero del Santo patrono; inoltre, martedì 5 aprile, quando vivremo la tornata accademica in senso stretto, vi sarà una seconda prolusione affidata a uno dei maggiori esperti di Storia romana, il professor Andrea Giardina, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, che tratterà il tema dal punto di vista sociale, analizzando le problematiche presenti nel IV secolo. Una sorta di “fotografia”, quest’ultima, della situazione in cui si trovò immerso l’uomo e il vescovo Ambrogio, che illuminerà bene anche la possibilità di un suo rapporto col nostro tempo. Sia monsignor Caprioli, sia Giardina – insieme a un’altra giovane studiosa – diverranno, per l’occasione, nuovi Accademici della nostra Classe di Studi.

Dunque, una sorta di “ponte ideale” tra passato e presente, che si concretizzerà simbolicamente, alla conclusione della due-giorni, nella visita alla Cripta di San Sepolcro…
Per tradizione il Dies santambrosiano si chiude con una visita archeologica. Quest’anno si è rivelata provvidenziale la recentissima riapertura al pubblico della Cripta della chiesa di San Sepolcro, che nel cuore di Mediolanum, tra il Cardo e il Decumano, si trova inserita nel complesso stesso dell’Ambrosiana. Qui la pavimentazione è costituita da lastre di marmo risalenti all’epoca romana. Su queste pietre possiamo pensare che abbia camminato anche Ambrogio.

 

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