Redazione
Nel 1992-’93 madre Teresa di Calcutta venne in Romania e ottenne il permesso di fondare e costruire tre monasteri con case di accoglienza per i poveri.
Uno di questi centri di preghiera e accoglienza si trova nell’estrema periferia di Bucaresti, si tratta della Monastirea missionarele Cantati ( str. Bonatalui n. 19 ).
Arriviamo al monastero all’inizio della celebrazione eucaristica, insieme alle sorelle di Madre Teresa, ospiti delle novizie polacche, indossano una lunga veste bianca da sembrare spose.
Durante l’eucaristia un ragazzo cerebroleso salta in continuazione, invano le sorelle, dal sari bianco a strisce azzurre, tentano di calmarlo.
L’immagine è icona vivente, un messaggio, che dice quanto le nostre celebrazioni domenicali non “esultano” più, non saltano – “esultare” , significa letteralmente saltare – per la gioia, soprattutto per gli ultimi sempre più esclusi dal banchetto e, a volte, la loro emarginazione occasione di profitto. Non così in questa casa di accoglienza.
Suor M, ci chiede l’anonimato, è di origine indiana, da dieci anni è presente nel monastero, memoria storica: “non avevamo questo casa di accoglienza per vecchi e handicappati mentali gravi. E’ stato l’arcivescovo a costruirla regalandoci parte del terreno circostante dove abbiamo costruito un cortile per giochi. Col passare del tempo i ragazzi ospitati sono rimasti e altri ne sono arrivati”.
Come riuscite a sostenere le spese di questa casa?
“Per regola monastica non possiamo accettare alcun tipo di aiuto statale, ci affidiamo alla Divina Provvidenza e ad aiuti che arrivano da altre nazioni. In Romania la legge prevede che, per ogni persona handicappata e legalmente registrata, come avviene da noi, ha diritto ad un sussidio mensile. Questo significa che una certa somma siamo obbligati a riceverla dallo Stato. Altrimenti saremmo nella illegalità. Ma questa somma non viene usata, o utilizzata, per le spese di gestione della casa”.
Che tipo di servizio svolge il monastero?
“Aiutiamo i poveri di questo quartiere con cibo, vestiti, oltre ad assistere nella casa gli handicappati mentali, ma svolgiamo anche un servizio spirituale e sacramentale: battesimi, comunioni, catechesi. Siamo otto sorelle, alcune di noi assistono anche famiglie e malati in grave difficoltà in città. Non ci occupiamo dei ragazzi di strada, alcune sorelle di Bucaresti, insieme a padre Martin – molto conosciuto – hanno da poco iniziato questa nuova esperienza tra i ragazzi di strada. Non ci lamentiamo, non piangiamo di avere problemi gravi. Tutto è grazia e provvidenza”.
Le altre case di accoglienza in Romania che tipo di servizio svolgono?
“In Romania abbiamo cinque case simili a questa; tre a Bachau e una a S. Gorge. A Bachau ospitiamo ragazze madri e famiglie poverissime. Le ragazze madri sono ospitate sino al parto, poi possono liberamente scegliere se tenersi il bambino o se lasciarlo nella casa di accoglienza delle sorelle. A S. Gorge le nostre sorelle si dedicano essenzialmente ad una cammino di catechesi, di evangelizzazione, con le comunità zingare”.