Nel quattrocentesimo anniversario della nascita di Giovanni Benedetto Castiglione, concerto e conferenza promossi da "Le Voci della Città" a Palazzo Sormani a Milano
di Giovanni GUZZI
Redazione
Sabato 28 novembre, a Palazzo Sormani (via Francesco Sforza 7, Milano), si festeggerà un anniversario originale. La rassegna “Le Voci della Città” – che porta la musica in luoghi di Milano di interesse storico, culturale, artistico e architettonico – propone un doppio concerto e una conferenza nella sala detta “del Grechetto”. Denominazione che le viene a causa delle pareti completamente rivestite da tele fino ad alcuni anni fa attribuite al pittore e incisore genovese Giovan Battista Castiglione, chiamato “il Grechetto” probabilmente per un suo vezzo di vestire all’armena e fingersi greco.
Nel 2009 ricorre il quattrocentesimo anniversario della nascita di questo artista: nessun luogo sarebbe più adatto, quindi, per festeggiare un “compleanno” tanto solenne. Se non fosse che potrebbe trattarsi di celebrazione “usurpata”… Oggi, infatti, gli storici dell’arte sono scettici sull’attribuzione consolidata e le più recenti analisi critiche tendono a dirottare verso altra mano anonima, di scuola genovese coeva, la paternità di questa opera di vastissime proporzioni, collocata originariamente a Palazzo Lonati-Verri e approdata solo a fine Ottocento a Palazzo Sormani. L’intero ciclo pittorico rimane comunque un’opera importantissima, il cui fascino non è per nulla intaccato dai dubbi su chi l’ha dipinto.
La sala, infatti, è uno dei più impressionanti ambienti segreti della Milano barocca. In essa primeggia la gradevolezza estetica che le conferisce un’atmosfera sobria e particolarissima e la rende cornice di uno spazio raccolto e ideale per il godimento della musica. A caratterizzarla è l’assoluta unicità e singolarità di quanto vi è raffigurato: il mito di Orfeo – personaggio la cui musica, eseguita sulla cetra, aveva poteri magici sul mondo della natura – che diventa occasione per illustrare una vera e propria enciclopedia zoologica, con la presenza di leoni, tacchini e ogni sorta di animali selvatici e domestici.
Il ciclo rappresenta quindi un’anticipazione figurativa di studi e classificazioni che appartengono al mondo scientifico del Settecento: a questo soggetto zoologico – che lo apparenta a tante opere del Grechetto, specializzato in nature morte e scene bibliche e mitologiche sempre affollate di animali – si deve l’errata attribuzione. Oggi l’orientamento è sempre più quello di tornare all’antica denominazione della sala che, abbandonando il nome del Grechetto, dovrebbe tornare a chiamarsi la sala della “Favola di Orfeo”.
I fortunati spettatori che sono riusciti a ottenere l’invito avranno l’impressione di vedere gli animali dipinti animarsi all’ascolto della musica… Un’esperienza a maggior ragione suggestiva, visto che il programma musicale proposto dall’Ensemble Musica Poëtica (Marco Brolli al flauto traversiere, Rosario Conte alla tiorba, Susanna Crespo Held soprano) sarà completamente dedicato al mito di Orfeo. L’esecuzione di brani – che vanno dal primo Seicento alla metà del Settecento – ne esplorerà infatti tutti gli aspetti: il potere della musica (Cara la mia cetra – Kapsberger), l’innamoramento (Sì dolce è’l tormento – Monteverdi), il ricongiungimento (Begli occhi – Barbara Strozzi). Il concerto è replicato alle 12 e alle 20, mentre alle 18, nella stessa sala, lo storico dell’arte Stefano Zuffi analizzerà il ciclo pittorico ripercorrendo le tappe dell’attribuzione fino al suo attuale disconoscimento.
Info: tel. 02.39104149 – info@levocidellacitta.org – www.levocidellacitta.org Sabato 28 novembre, a Palazzo Sormani (via Francesco Sforza 7, Milano), si festeggerà un anniversario originale. La rassegna “Le Voci della Città” – che porta la musica in luoghi di Milano di interesse storico, culturale, artistico e architettonico – propone un doppio concerto e una conferenza nella sala detta “del Grechetto”. Denominazione che le viene a causa delle pareti completamente rivestite da tele fino ad alcuni anni fa attribuite al pittore e incisore genovese Giovan Battista Castiglione, chiamato “il Grechetto” probabilmente per un suo vezzo di vestire all’armena e fingersi greco.Nel 2009 ricorre il quattrocentesimo anniversario della nascita di questo artista: nessun luogo sarebbe più adatto, quindi, per festeggiare un “compleanno” tanto solenne. Se non fosse che potrebbe trattarsi di celebrazione “usurpata”… Oggi, infatti, gli storici dell’arte sono scettici sull’attribuzione consolidata e le più recenti analisi critiche tendono a dirottare verso altra mano anonima, di scuola genovese coeva, la paternità di questa opera di vastissime proporzioni, collocata originariamente a Palazzo Lonati-Verri e approdata solo a fine Ottocento a Palazzo Sormani. L’intero ciclo pittorico rimane comunque un’opera importantissima, il cui fascino non è per nulla intaccato dai dubbi su chi l’ha dipinto.La sala, infatti, è uno dei più impressionanti ambienti segreti della Milano barocca. In essa primeggia la gradevolezza estetica che le conferisce un’atmosfera sobria e particolarissima e la rende cornice di uno spazio raccolto e ideale per il godimento della musica. A caratterizzarla è l’assoluta unicità e singolarità di quanto vi è raffigurato: il mito di Orfeo – personaggio la cui musica, eseguita sulla cetra, aveva poteri magici sul mondo della natura – che diventa occasione per illustrare una vera e propria enciclopedia zoologica, con la presenza di leoni, tacchini e ogni sorta di animali selvatici e domestici.Il ciclo rappresenta quindi un’anticipazione figurativa di studi e classificazioni che appartengono al mondo scientifico del Settecento: a questo soggetto zoologico – che lo apparenta a tante opere del Grechetto, specializzato in nature morte e scene bibliche e mitologiche sempre affollate di animali – si deve l’errata attribuzione. Oggi l’orientamento è sempre più quello di tornare all’antica denominazione della sala che, abbandonando il nome del Grechetto, dovrebbe tornare a chiamarsi la sala della “Favola di Orfeo”.I fortunati spettatori che sono riusciti a ottenere l’invito avranno l’impressione di vedere gli animali dipinti animarsi all’ascolto della musica… Un’esperienza a maggior ragione suggestiva, visto che il programma musicale proposto dall’Ensemble Musica Poëtica (Marco Brolli al flauto traversiere, Rosario Conte alla tiorba, Susanna Crespo Held soprano) sarà completamente dedicato al mito di Orfeo. L’esecuzione di brani – che vanno dal primo Seicento alla metà del Settecento – ne esplorerà infatti tutti gli aspetti: il potere della musica (Cara la mia cetra – Kapsberger), l’innamoramento (Sì dolce è’l tormento – Monteverdi), il ricongiungimento (Begli occhi – Barbara Strozzi). Il concerto è replicato alle 12 e alle 20, mentre alle 18, nella stessa sala, lo storico dell’arte Stefano Zuffi analizzerà il ciclo pittorico ripercorrendo le tappe dell’attribuzione fino al suo attuale disconoscimento.Info: tel. 02.39104149 – info@levocidellacitta.org – www.levocidellacitta.org – Marco Brolli, Rosario Conte, Susanna Crespo Held: l’Ensemble Musica Poetica