"Il Giardino di Limoni" e "Valzer con Bashir", usciti da poco nelle sale italiane, raccontano i drammi di quella tormentata regione
Redazione
08/01/2009
di Maria Grazia CAZZANIGA
Usciti nelle sale tra dicembre e l’inizio di gennaio, Il Giardino di Limoni e Valzer con Bashir sono due film di straordinaria attualità, che hanno l’ambizione – riuscita – di narrare attraverso due storie individuali alcuni aspetti della complicata realtà politica del Medio Oriente.
Dato che entrambi i film sono stati prodotti più di un anno fa, la coincidenza temporale della loro distribuzione con i recentissimi avvenimenti nella regione è del tutto fortuita, ma ciò testimonia l’innegabile e mai diminuito interesse della settima arte per le guerre e il processo di pace in quella parte di mondo.
Le pellicole – produzioni Israele/Francia/Germania – ci fanno osservare il conflitto attraverso gli occhi degli abitanti della regione, senza lasciare che il racconto personale, con le sue imprecisioni e le sue soggettività, prevalga sui fatti storici.
Ne Il Giardino di Limoni incontriamo la storia delicata e toccante di una donna araba, Salma, che si scontra il ministro della Difesa israeliano che vuole distruggere un bosco di limoni, sua unica fonte di sostentamento. Il film rileva come le contrapposizioni politiche della regione, inasprite dalla causa della lotta al terrorismo, si incarnino nella vita dei singoli, creando sospetto ed erigendo barriere insormontabili.
In Valzer con Bashir, invece, il regista Ari Folman si mette in scena in prima persona per raccontare il doloroso percorso di riscoperta compiuto negli anni per ritrovare dentro sé i ricordi delle atroci esperienze di guerra vissute in Libano nel 1982. Una forte testimonianza mostrata nella singolare veste del film di animazione che ci accompagna nei ricordi di un ex-combattente, per riscoprire le ferite lasciate dalle guerre negli individui che le combattono: ferite che non si possono cancellare.