Al Nuovo di Milano fino al 9 ottobre l’allestimento diretto da Saverio Marconi, con Luca Lazzareschi nel ruolo che fu di Dustin Hoffman e Luca Bastianello in quello di Tom Cruise
Commosse e convinse tutti Dustin Hoffman nell’interpretazione di Raymond, l’uomo della pioggia, che gli valse l’Oscar come miglior attore protagonista nel 1988. Ora Rain man, la storia di un uomo autistico e del suo fratello minore, cinico e arido, torna in una versione teatrale tutta italiana, che porta la firma di Saverio Marconi e che in questi giorni “La Compagnia della Rancia” sta provando al Teatro dell’Aquila di Fermo; l’1 ottobre il debutto in prima nazionale, poi la compagnia sarà al Teatro Nuovo di Milano (4-9 ottobre) e al Teatro Verdi di Firenze (20-23 ottobre). Un progetto pensato anche come strumento di sensibilizzazione, e per questo realizzato in collaborazione con l’associazione Autismo Italia onlus.
La storia è la stessa del film, «ma il fascino di questo spettacolo è l’angolazione – spiega Marconi -. La tematica è messa in primo piano e tutto è costruito intorno al mondo di “Rain man”». Tutto a partire dalla scenografia, fatta di cubi, scompartimenti, reparti, schemi. «La crisi non è solo economica, ma diventa sociale e noi abbiamo il mezzo per dire cose che altri non possono dire. Possiamo usare il teatro per approfondire e gridare la nostra rabbia – sottolinea Gabriella Eleonori, che con Marconi condivide la regia – Sentiamo la necessità di fare. Non ci interessa il mercato, il mercato è fallito. Rain man è una necessità fortissima di parlare di una cosa sconosciuta come l’autismo».
Alcune proiezioni di luoghi e situazioni aiuteranno il pubblico a capire cosa succede nella testa di Ray, perché a teatro, molto più che al cinema, può essere difficile raccontare l’autismo. Nel ruolo di Raymond Luca Lazzareschi, attore toscano di grande esperienza: «Se per interpretare Amleto devi scontrarti con una serie infinita di pensieri e emozioni che non trovano un governo totale, qui non ci sono pensieri che si possano esprimere con una struttura, non ci sono intonazioni: Raymond non guarda. È un lavoro a togliere, una non forma che diventa forma». La cosa più difficile per un attore è dimenticare tutto quello che è necessario imparare sul personaggio, lavorare al contrario. Ne sono un esempio i 90 “sì” che Lazzareschi pronuncia in scena: tutti uguali, tutti senza un senso. I due registi e l’attore hanno lavorato per diversi giorni con persone autistiche, per imparare a conoscere comportamenti e reazioni. A un’esperta di autismo, inoltre, il compito di valutare se il mondo di Raymond ricreato da Marconi sia coerente.
Nel ruolo del fratello minore Charlie – che nel film fu di Tom Cruise -, Lazzareschi avrà al suo fianco Luca Bastianello, giovane attore già protagonista a teatro e in fiction televisive. Un uomo arrivista e cinico, che, per beneficiare dell’eredità, vorrebbe diventare il tutore di Raymond, ma che, durante il viaggio che li porta a Los Angeles, scopre il valore della diversità e la forza dell’amore, tanto da decidere di riportare il fratello in clinica, rinunciando al denaro. Charlie è «il pubblico ignorante», quello che esprime un giudizio superficiale e offensivo verso le persone autistiche, quello che non conosce la patologia, ma giudica. Un approccio che muta, man mano che Charlie capisce. «È quello che vorremmo accadesse al pubblico», sottolinea Marconi. L’interprete femminile nei panni di Susan (nel film Valeria Golino) sarà Valeria Monetti, apprezzata in molte produzioni della Compagnia della Rancia, mentre il personaggio del dottor Bruener sarà affidato a Beppe Chierici. Nel cast anche Gian Paolo Valentini e Irene Valota.