L’ha detto don Ivan Maffeis, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, alla presentazione del Rapporto 2013 sul mercato e l’industria del settore in Italia
«L’industria cinematografica è un settore chiave dal punto di vista economico, perché da solo produce una ricchezza annuale pari a 4,4 miliardi di euro. Dati importanti, che confermano la centralità del settore dell’audiovisivo nel tessuto produttivo italiano»: lo ha ricordato il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo (EdS), don Ivan Maffeis, in occasione della presentazione a Roma del “Rapporto 2013 – Il mercato e l’industria del cinema in Italia”.
Realizzato in collaborazione con la Direzione generale per il cinema del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo, il rapporto mette in evidenza «l’annata eccezionale» in termini d’incassi del cinema italiano, in buona parte dovuto a due film primatisti. Il primo è La grande bellezza; che ha vinto l’Oscar quale miglior film straniero; il secondo Sole a catinelle, record assoluto d’incassi (in tre mesi 8 milioni di spettatori e 51,8 milioni di euro). «Anche per questo – ha aggiunto don Maffeis – dobbiamo promuovere strategie e progetti condivisi che sostengano il mondo del cinema e lo aiutino ad attraversare questa stagione di crisi. I primi segnali incoraggianti sono evidenti. È necessario a questo punto che ognuno faccia la propria parte per tutelare questo avamposto strategico del patrimonio culturale italiano».
Durante la presentazione del Rapporto sono stati forniti i dati sulla distribuzione di pellicole, che lo scorso anno sono state 979. I debutti di nuovi film sono stati 453, rispetto ai 364 di un anno prima.
Rispetto a questi riscontri positivi, si è registrato un aumento delle difficoltà per le “monosale”, cioè i cinema più tradizionali, rispetto ai multisala. Dal 2006 al 2013 il loro numero è sceso a 530 da 713 che erano con calo degli incassi del 39,4%. Anche gli investimenti nel settore sono diminuiti: rispetto al 2012 si è passati da 493,1 a 357,6 milioni di euro. Il costo medio di un film realizzato in Italia è risultato di 2,1 milioni di euro, in parte sostenuto coi soldi pubblici previsti dal Fus (Fondo unico dello spettacolo), il cui ammontare era di 137,7 milioni nel 2007, sceso a 99,7 nel 2012 e a 91 milioni nel 2013.
Redento Mori, curatore del Rapporto, ha sottolineato che «mentre l’opera lirica, la musica e il teatro sono in calo di presenze e incassi, e soltanto i concerti si salvano, il cinema comunque nel complesso ha retto».
Gli italiani vanno complessivamente poco al cinema: i biglietti venduti in un anno sono sotto i 100 milioni e mediamente un italiano vede 1 o 2 film l’anno. Tiene la fiction italiana (Gomorra, Montalbano, Don Matteo).