Il regista, attore e autore milanese è scomparso ieri a 56 anni. Protagonista in scena, sul piccolo e sul grande schermo, dal 2000 dirigeva le produzioni del Teatro all’aperto di Erba
di Mauro COLOMBO
Il mondo del teatro e dello spettacolo piange Gianlorenzo Brambilla, attore, regista e autore, scomparso ieri sera a Milano. Aveva 56 anni e da poco meno di un anno combatteva una battaglia impari contro un male crudele. Lascia la moglie Simona, la figlia Giulia Teresa, di appena 8 mesi, i familiari e tanti amici che l’hanno assistito e confortato in questi mesi. I funerali saranno celebrati domani alle 11 nella chiesa di Santa Maria Assunta in Turro (via Pimentel).
Brambilla ha sviluppato la sua passione per la recitazione sui palcoscenici delle filodrammatiche ambrosiane, e all’ambiente del Gatal e degli oratori è sempre rimasto affettivamente vicino. Abbracciato il teatro come scelta professionale, ha lavorato come attore con diversi registi, tra i quali Lamberto Puggelli, Corrado D’Elia, Gabriele Vacis e il giapponese Yoske Taki. Sempre come interprete, oltre ad alcune produzioni cinematografiche per le regie di Ermanno Olmi, Francesco Nuti, Ferzan Ozpetek, Paolo Marescotti e altri, ha partecipato a numerose fictions televisive per Rai, Mediaset e la Televisione Svizzera. Come regista teatrale ha firmato numerosi spettacoli, tra i quali Locanda Almayer, che ha tratto dal romanzo di Alessandro Baricco Oceano Mare e portato in scena con grande successo in vari teatri italiani dal 2002 al 2006.
Negli ultimi quindici anni la sua attività si è legata a doppio filo a quella del Teatro Licinium, storico palcoscenico all’aperto di Erba (Co), tornato in attività negli anni Novanta su iniziativa dell’Accademia dei Licini, che gli ha affidato la regia e la direzione artistica delle proprie produzioni.
La prima esperienza è stata nel 2000, con la ripresa de La Passione di Cristo a 45 anni di distanza dalle ultime rappresentazioni. Negli anni successivi Brambilla è stato impegnato nella direzione e nella regia di Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare (2001), Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand (2002), Don Chisciotte della Mancia (su suo testo, 2003), Le Nozze di Figaro (in una rielaborazione da Beaumarchais, Da Ponte e Mozart, 2004), Don Giovanni di Molière (2005), Romeo e Giulietta di William Shakespeare (2006), Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello (2007) e Faust di Johann Wolfgang Goethe (2008). Dopo la scelta condivisa con l’Accademia di “consacrare” il Licinium totalmente ad allestimenti shakespeareani, ecco La tempesta (2009), La bisbetica domata (2010) e Otello (2011), portato in scena con estrema determinazione malgrado l’incedere inesorabile della malattia. Sempre per l’Accademia dei Licini ha scritto e diretto Presepe, spettacolo natalizio rappresentato a Erba con cadenza biennale dal 1997 al 2007.
Nella sua attività di autore figurano invece una rilettura della figura di Giuda in un intenso monologo da lui stesso diretto e interpretato, e riduzioni teatrali di importanti opere letterarie italiane e straniere. Ha curato i capitoli riguardanti il Teatro sacro e il Teatro di prosa per il libro Teatro da riscoprire (Edizioni Paoline) e i testi di un volume fotografico sulla Passione di Cristo al Licinium (Enzo Pifferi Editore). Fondatore della compagnia Teatro Senzanome e dell’Associazione Culturale Eleuteria, oltre a molteplici collaborazioni nel campo della comunicazione ha svolto l’attività di docente presso il Centro Formazione Spettacolo di Milano.
A Gianlorenzo Brambilla mi legava un’amicizia di lunga data. In questo momento ricordo l’attore sempre convincente e appassionato; il regista meticoloso nell’approccio ai testi, rigoroso nell’accompagnamento e nella direzione degli attori, fantasioso e originale nelle ideazioni scenografiche, costumistiche e luminotecniche, a cui sovraintendeva con specifica competenza; il professionista esigente con se stesso prima che con gli altri. Ma soprattutto rimpiango l’amico sincero, leale e generoso.